Preferisco stare con chi sta fuori e rischia di vivere fino in fondo la propria esclusione, piuttosto che discutere con gli esclusori delle modalità dell’esclusione futura, magari un po’ migliorata, in mezzo a messaggi cifrati al governo perché molli il quattrino, ai colleghi “de sinistra” che se ne fottono, al sindacato che li assiste. Se fossero onesti, dovrebbero, quelli di Roma, proporre semplicemente la loro scomparsa. Sono loro – l’ordine, il sindacato e anche gli attuali editori – il tappo che impedisce lo sviluppo di un giornalismo civile, indipendente e professionale. Chi vorrà farne dovrà prescindere da loro, intesi come figure istituzionali.