Via L’Espresso … a settembre potrebbero seguire altri simili
Le ambizioni confessate sono «etiche e politiche»: consegnare ai lettori web notizie verificate, scardinando l’ordine di quelle diffuse da giornali e tv. “Il Post” di Luca Sofri, dal 20 aprile on line, non sarà un quotidiano internet e basta.
La sfida del giornalista critico dei giornalismi e blogger di reputazione (il suo “Wittgenstein” vanta 12 mila visitatori unici al giorno), è quella di sovvertire il modo di leggere i fatti. «Il modello è l’Huffington Post», spiega Sofri, che si prepara al debutto a Milano, con cinque redattori e per sé la poltrona di direttore.
Messo a punto da Banzai, holding del mercato Internet di casa nostra che segue anche la raccolta pubblicitaria, “Il Post”, fin dalla testata di Samuele Grimandi, ammicca alla tradizione giocando con la modernità: post è il messaggio di testo nel linguaggio della Rete, ma anche la parola che compone i nomi di molti giornali di lingua inglese.
«Ospitiamo blog e contiamo su collaboratori come Paolo Virzì, Andrea Romano, Filippo Facci, in equilibrio tra commenti, riflessioni e notizie, per produrre cose di attualità». Nessun editore, «solo finanziatori, piccoli e medi imprenditori interessati al progetto». Il budget sfiora il milione. Obiettivo, il pareggio in tre anni.