E’ iniziata la grande fuga dei maggiori esperti di internet dai quotidiani italiani ? In pochi giorni Marco Pratellesi e Marco Formento hanno lasciato rispettivamente Corriere e Secolo XIX per cercare altrove migliori fortune. E’ un segnale importante a cui probabilmente seguiranno nuove defezioni.
Qualcuno potrebbe pensare sia un ritorno della new economy, quando nomi importanti del mondo giornalistico-editoriale si muovevano come star verso l’editoria digitale. Il fenomeno è diverso. Dopo oramai più di dieci anni di editoria on-line in Italia quelli che hanno dimostrato non solo nelle parole, ma soprattutto con i fatti di essere dei veri talenti del nuovo e futuro modo di fare impresa e informazione stanno giustamente diventando merce rara ed ambita per gli editori che puntano al futuro.
L’informazione digitale è un gioco più di squadra che da solisti e chi ha saputo costruire gruppi vincenti sa di avere un futuro importante. Per molti di questi rimanere prigionieri delle strategie apertamente difensive del passato degli editori, anche se importanti, era diventato una imposizione non più accettabile. Altri giornalisti continuano a parole a giocare con i twitter o con le parole cercando di allontanare o esorcizzare la parola fine. Ora è di gran moda dire che non esiste giornalismo tradizionale o on-line, ma buono e cattivo giornalismo. E puntulamente si continua a fare cattivo giornalismo, culturamente paludato per buono.
Gli editori italiani stanno continuando a far finta di non capire che tutto sta cambiando molto in fretta e cercano difensivamente di tenere in vita giornali cartacei nella parabola discedente.
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