Nel curare carie e fare ponti, più che bravi erano economici. Per questo avevano una clientela numerosa, nonostante non fossero veri dentisti. Ora i carabinieri del Nas di Torino hanno “stanato” 23 persone che avevano studi più o meno camuffati in tutto il Piemonte e che sono state denunciate per esercizio abusivo della professione sanitaria. La laurea in medicina, infatti, non ce l’aveva nessuno, anche se qualcuno aveva scaricato falsi attestati dal web. Al massimo avevano un diploma da odontotecnico, qualcuno nemmeno quello: aveva imparato a fare il dentista esercitandosi nelle bocche di clienti che, pur di risparmiare, non facevano troppe domande se vedevano che lo studio era nascosto dietro una porta segreta o se gli attrezzi erano chiusi in mobiletti che assomigliavano più a una cucina casalinga.
Quello di scovare i falsi dentisti è diventato per il Nas un’operazione di routine, tanto è diffuso il fenomeno. Non mancano i recidivi che, dopo essere stati scoperti, si spostano di qualche chilometro e riaprono uno studio. Nessuna pubblicità, nessuna targa, nessun numero sull’elenco del telefono: tutto si basa sul passaparola e su prezzi bassi. A interrompere il meccanismo, ogni tanto, arriva l’esposto di qualche paziente danneggiato o la segnalazione dell’ordine dei medici. E i controlli ripetuti sono serviti: negli ultimi anni, per esempio, il Nas ha più volte sanzionato un falso dentista, tanto da convincerlo che era più semplice laurearsi e all’ultimo controllo lui ha mostrato fieramente l’attestato dell’università che l’ha salvato dall’ennesima denuncia.