Marc Andreessen: per i vecchi media è ora di bruciare la flotta

Via Techcrunch

Legend has it that when Cortes landed in Mexico in the 1500s, he ordered his men to burn the ships that had brought them there to remove the possibility of doing anything other than going forward into the unknown. Marc Andreessen has the same advice for old media companies: “Burn the boats.”

Yesterday, Andreessen was in New York City and we met up. We got to talking about how media companies are handling the digital disruption of the Internet when he brought up the Cortes analogy. In particular, he was talking about print media such as newspapers and magazines, and his longstanding recommendation that they should shut down their print editions and embrace the Web wholeheartedly. “You gotta burn the boats,” he told me, “you gotta commit.” His point is that if traditional media companies don’t burn their own boats, somebody else will.

Andreessen once famously put the New York Times on deathwatch for its stubborn insistence on trying to save and prolong its legacy print business. With all the recent excitement in media quarters recently over Apple’s upcoming iPad and other tablet computers, and their potential to create a market for paid digital versions and subscriptions of newspapers and magazines, I wondered if Andreessen still felt the same way. Does he think the iPad will change anything?

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Xcitta.it: qualcuno ci prova in Italia nell’informazione locale

Anche in Italia qualcuno ci prova con l’informazione locale. E’ appena uscito Xcittà un portale fra il citizen journalism, il blog e gli appuntamenti giovanilistici con una numerosa  squadra di redattori locali. Xcitta.it parte con 10 città: Torino, Milano, Treviso, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo. Lo trovate anche su Twitter e Friendfeed

Uno scontro istituzionale durissimo con minacce dal Premier

Via il Messaggero (per ricorsi storici rileggere qui). Se Napolitano è stato minacciato deve fare solo una cosa: dirlo pubblicamente per salvare l’Italia ! Update: la vicenda raccontata dal Corriere

«Non ho bisogno della tua firma». Duro, durissimo Silvio Berlusconi al Capo dello Stato è arrivato a prospettare non solo l’inutilità della sua firma sotto al decreto legge, ma anche l’uso della piazza per contestare «una decisione che priva del diritto di voto milioni di cittadini».  La tensione con Giorgio Napolitano della sera precedente è stato di una durezza tale che solo ieri mattina è stato – forse soltanto in parte – recuperato il rapporto tra i due grazie alla telefonata che ieri mattina Gianni Letta ha imposto al Cavaliere: «Chiama Napolitano altrimenti non ne usciamo». Il consiglio del sottosegretario e di qualche ministro è stato raccolto dal presidente del Consiglio solo nella tarda mattinata.

Ripristinato un clima di «confronto istituzionale», come ieri sostenevano alcuni deputati del Pdl, è ripresa una trattativa difficile e complicata dalla voglia del Cavaliere di ”mettere una pezza” anche sul pasticcio compiuto a Roma, mentre leghisti ed ex An mostravano qualche cautela in più nei confronti del presidente della Repubblica e si sarebbero accontentati di sanare le irregolarità milanesi.

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Se Berlusconi sapesse che il PdL ricorda il vecchio partito comunista

Via Corriere.it

Il Pdl va rassomigliando sempre di più al Partito comunista di un tempo. I suoi tre coordinatori mi perdoneranno, ma proprio questa è stata l’associazione scattatami nella mente leggendo la loro replica al mio editoriale «Il fantasma di un partito » di mercoledì.

Cosa c’entra il Pci? C’entra perché, come spesso capitava con i dirigenti di quel partito, anche Bondi, La Russa e Verdini nella loro replica sono costretti a confutare in pubblico ciò che in privato, invece, un gran numero di loro eminenti compagni di partito (per non parlare d’iscritti ed elettori!) sono prontissimi non solo ad ammettere, ma a denunciare apertamente essi per primi. Per buona educazione non faccio nomi, naturalmente.

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Anche la CEI contro il decreto salvaliste

Via corriere.it ; UPDATE; la CEI ha precisato che “le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica” Il decreto “salvaliste” non è passato inosservato anche in Vaticano. E monsignor Domenico Mogavero, responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, ai microfoni della Radio Vaticana ha osservato che «cambiare le regole del gioco mentre … Leggi tutto

I ricercatori torinesi in rivolta

Andrea Rossi su Lastampa.it

Adesso fanno sul serio. Altro che minaccia sbandierata per ottenere condizioni migliori o limitare un precariato fuori controllo. Stavolta non è una provocazione, ma una decisione già presa e messa nero su bianco in una facoltà dell’Università di Torino e che presto potrebbe dilagare in tutte le altre: i ricercatori non vogliono più insegnare. Basta corsi, basta didattica, basta esami. Dal prossimo anno, a Scienze, torneranno a occuparsi solo di quel che prevede la legge: fare ricerca e seguire la didattica complementare, ad esempio le esercitazioni.

«L’abbiamo deciso a malincuore», racconta Alessandro Ferretti, ricercatore al dipartimento di Fisica sperimentale. «Smetteremo di svolgere tutti quei compiti didattici a cui fino a oggi ci siamo dedicati con passione, su basi volontarie, e per il bene degli atenei e dei loro studenti. Da ottobre lavoreremo a tempo pieno al nostro compito istituzionale». Il motivo di questa rivolta è tutto racchiuso nel nuovo disegno di legge sull’Università. «Speriamo che la nostra protesta serva ad attirare l’attenzione sulle condizione disastrose che il ddl Gelmini produrrà dentro gli atenei, soprattutto sul fronte del personale», spiegano.

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Napolitano risponde ai cittadini sul decreto salva liste

Dal sito del Quirinale

Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente costituito presso la corte d’appello di Milano. Erano in gioco due interessi o “beni” entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di “beni” egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell’opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere – neppure in Lombardia – “per abbandono dell’avversario” o “a tavolino”. E si era anche da più parti parlato della necessità di una “soluzione politica”: senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè “frutto di un accordo”, concordata tra maggioranza e opposizioni?

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Cracca al Tesoro 2010

Dopo il successo del 2009 siamo vicini all’edizione 2010 di Cracca il Tesoro si svolgerà a Milano, nella zona di Corso Como il 13 marzo. La Situation Room e la base logistica saranno situate presso l’Hotel ATA Executive di Milano. Per iscrivervi e informarVi potete visitare il gruppo su Facebook

Scandal in Pantheon: qultura in Italia

Via Cattiva Maestra Lo scorso 28 febbraio, il coro russo Bach Consort ha tenuto un concerto a Roma all’interno del Pantheon. Un’occasione per gli appassionati di musica barocca e sacra, che hanno potuto ascoltare le pregevoli interpretazioni dell’ensemble formato da orchestra e coro molto apprezzato in una recente tournée in giro per l’Europa. Ma l’orario … Leggi tutto