Si chiamano hubber, sono circa 5 mila imprenditori, tutti con lo stesso ambizioso obiettivo: realizzare progetti ecologici e socialmente etici per cambiare il mondo. Il loro network si ispira aWikipedia per l’idea di condivisione, ma gli Hub non sono solo luoghi virtuali, bensì spazi di aggregazione, hangar-uffici con scrivanie aperti a ecoimprenditori, finanzieri, giornalisti e chiunque abbia un piano d’emergenza salvapianeta. Sono già 20 gli Hub spuntati nel mondo, da Mumbai a Toronto, da Johannesburg a Berlino, Madrid e Londra. E proprio a Londra, dove nel 2005 è nata l’idea di questi incubatori di innovazione e dove le sedi sono 2, è stato ideato l’Hub di Milano, primo in Italia, che inaugura domani. Al numero 8 di Paolo Sarpi, piena Chinatown, dal cortile si accede alla struttura industriale in vetro e acciaio, arredata secondo principi ecosostenibili da tre architetti della community: Roberto Siena, Andrea Paoli e Marta Pietraboni.
I tre mostrano la porta girevole, realizzata in vetro e resti di ponteggi: «Serve a chiudere la sala riunione ». Le scrivanie sono «fagioloni » in cartone, per fare spazio vengono appesi alle pareti. Il resto dell’arredamento è stato creato con la partecipazione di tutti, seguendo l’idea del designer artigiano Davide Rampanelli e Matteo Prudenziati (www.controprogetto. com): «Bisogna partecipare alla creazione delle cose per capirne il valore». Dietro il paravento c’è la cucina. «L’Hub è una “casa”, arriva qualcuno e si aggiunge una sedia» dice Montserrat Fernandez, 32 anni, di Barcellona. «Noi riempiamo di senso quello che negli ultimi anni ne è stato svuotato», si entusiasma. Più didascalico Alberto Masetti Zannini cofondatore del The Hub di Paolo Sarpi, insieme a Federica Scaringella e Nicolò Borghi. Ribadisce: «The Hub è una rete internazionale di imprenditori sociali che fanno riferimento a spazi fisici informali: qui possono accedere a risorse, avere idee o lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, individuare opportunità di mercato che li aiuteranno a cambiare Milano e il mondo ». Un esempio? «La banca nazionale australiana è andata in visita all’Hub di King Cross per conoscere i progetti più innovativi nell’ambito della finanza etica. Tutte le comunità locali, allertate, hanno potuto contribuire con proposte».
Con 20 euro al mese si ha diritto alla connessione (www.the-hub.net), con 390 euro si condivide lo spazio senza limite di tempo, con 75 euro per 20 ore. I membri milanesi sono già più di 100. Professionisti come Sissi Semprini, Silvia Napolitano e Alessio Alberini che hanno lasciato cariche direttive in agenzie internazionali per il credo verde. Sono i fondatori di Greenbean, società che aiuta le aziende a comunicare la sostenibilità e «a superare definitivamente la concezione punitiva che caratterizzava lo stile di vita sostenibile». Arrivano dal mondo della finanza Paolo Galvani e Mariano Carozzi, autori di www.prestiamoci. com, primo network in Italia di prestiti tra persone. «Consente ai membri di fare investimenti e ottenere prestiti a un tasso equo per realizzare progetti comuni ». Luca Pietra e Roberta Peia a Milano hanno creato l’Urban Bike Messanger, la prima impresa di corrieri in bicicletta: fra i suoi clienti anche DHL che grazie alle due ruote ha eliminato due furgoni in città. Il 43enne Luca Giorcielli è un interaction designer: «Sono partito dal fatto che una diagnosi sbagliata ha un costo sociale altissimo e ho creato il network NetRad in cui i medici si scambiano pareri in pochi minuti sui referti radiologici. L’hanno comprata molte Asl toscane».