La prima inchiesta penale sul caso Eutelia è arrivata al capolinea. Il pm Roberto Rossi, della procura della Repubblica di Arezzo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i quindici indagati tra i quali molti componenti della famiglia Landi, fondatrice dell’azienda.
Con diversi motivazioni e livelli di responsabilità, il pm contesta reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al falso in bilancio, all’appropriazione indebita fino alla frode fiscale. Più una raffica di imputazioni minori in cui rientra anche la subornazione di un testimone. Sotto accusa nella famiglia Landi ci sono il presidente onorario di Eutelia, Angiolo, l’ex amministratore delegato Samuele, (protagonista della contestatissima irruzione d’autunno nella sede romana dell’azienda), i fratelli Raimondo e Isacco, il figlio di Raimondo, Sauro, e il figlio di Angiolo, Alessandro.
Mese: Febbraio 2010
Aziende editoriali, contributi statali, trasparenza, irregolarità diffuse
Fasi Press pubblica una interessante lettera che apre una riflessione sulla necessità di non dare denaro pubblico e richiedere indietro quello dato in passato in caso che non siano verificate condizioni di legalità nell’atteggiamento degli editori.
“Nei giorni scorsi il Governo ha anticipato che chiederà alle banche la pubblicazione degli stipendi e dei benefit dei loro dirigenti. La norma dovrebbe far parte del decreto Milleproroghe (in discussione proprio in questi giorni) darebbe corpo ad un emendamento alla legge Comunitaria per il 2010. Salvo sorprese, verrà introdotto l’obbligo di comunicare con anticipo quanto si intende concedere in futuro, non solo ai top manager, ma anche ai dirigenti di prima fascia dettagliando ogni voce: parte fissa, parte variabile, stock option. Perché quel criterio di trasparenza non viene imposto anche alle aziende editoriali?
Ogni anno lo Stato (cioè noi cittadini) distribuisce centinaia di milioni di euro per sostenere l’informazione. E pagare, quindi, parte degli stipendi. Poi si scopre che, in molti casi, non vengono versati i contributi o che ci sono collaboratori senza contratto. Dal recente condono Inpgi abbiamo appreso che, dietro l’adesione di circa 160 aziende c’erano oltre 27 milioni di euro tra mancati contributi e sanzioni ridotte e più di cento posizioni irregolari ai danni di lavoratori autonomi.
Quando Twitter era solo twttr
Un promo di quello che sarebbe poi diventato Twitter (via Techcrunch)
Panopticlick svela i segreti del vostro browser
Via Autistici/Inventati Volete sapere quanto siete unici e riconoscibili su internet quando navigate con il vostro browser? Provate panopticlick e lo scoprirete, oltre a venire informati su come evitare il piu’ possibile questa unicita’. Ci sono infatti due articoli scritti dall’EFF (questo e questo) che se non avete voglia di leggere perche’ non sapete l’inglese … Leggi tutto
Stefano De Capitani nuovo direttore Csi Piemonte
Via Lo Spiffero, la notizia è confermata da Computerworld Manca il crisma dell’ufficialità, ovvero la firma del contratto, ma è certo che l’estenuante e per molti versi stucchevole diatriba sulla nomina del direttore generale del Csi è giunta alla conclusione. Sarà Stefano De Capitani, 41 anni, ex amministratore delegato di Insiel, società di informatica della … Leggi tutto
La valutazione dell’attività sessuale va sull’Iphone
iMakeLove è la prima applicazione Iphone che permette di valutare la qualità della propria vita sessuale. L’utilizzo dell’applicazione permette dopo ogni rapporto è possibile annotare data, durata, orgasmo, e un voto alla performance in modo che l’algoritmo del programma li organizzi per formulare statistiche e valutazione. Per ora non è prevista una valutazione comparativa on-line … Leggi tutto
Capelli alla cinese
Via Lastampa.it Sono da un parrucchiere cinese, uno dei tanti che stanno spuntando qua e là con gran rabbia delle «petnoire» di quartiere. Rabbia comprensibile: shampoo e piega costano 6 euro, e aggiungendone 2 c’è pure il taglio. Ma come? E c’è da fidarsi? Occorre sperimentare. Eccomi allora, alle 9 di una mattina di metà … Leggi tutto
Inquinamento dell’informazione: di chi le colpe ?
Alberto – giornalista – parla della campagna di sensibilizzazione delle PR contro l’inquinamento da comunicato stampa. Troppi comunicati inutili inquinano il mondo della comunicazione?
Secondo la campagna, questi i dati raccolti:
– 1,7 miliardi di comunicati stampa inutili sono stati ricevuti in totale in un anno solo dai giornalisti inglesi e americani
– il 78% dei comunicati stampa ricevuti sono stati considerati irrilevanti
– il 55% dei destinatari hanno proceduto a bloccare le mail dei mittenti.
I City Angels pagati dal Comune di Torino
Via Repubblica Venerdì via alle prime ronde in salsa torinese. Si parte da piazza d´Armi, zona corso Sebastopoli, e parco Rignon, per tutto il weekend. Poi i controlli si intensificheranno anche negli altri giorni della settimana. Entro fine mese il raggio d´azione delle squadre dei City Angels si allargherà all´intera città. Già individuate altre tre … Leggi tutto
Indagato Bortolaso (Hillary Clinton non c’entra)
Via Lastampa.it Il capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso è indagato nell’inchiesta svolta dalla magistratura di Firenze sugli interventi eseguiti alla Maddalena in vista del G8 dello scorso anno, poi spostato all’Aquila. In mattinata invece, i carabinieri del Ros di Roma hanno arrestato Angelo Balducci, sempre nell’ambito dell’indagine che riguarda gli appalti per … Leggi tutto
Google Buzz, più Friendfeed che Twitter o Facebook, con il pregio della geolocalizzazione
Google ha lanciato Google Buzz il suo servizio sociale con l’evidente obiettivo di contrastare la crescita degli altri competitor come Facebook e Twitter. Era da un po’ che ci si stupiva che BigG non riuscisse ad inventarsene una delle sue per colonizzare appieno il mondo dei social network. Anche se è presto per fare analisi e in queste ore sta avvenendo la migrazione degli account Gmail che piano piano si trovano anche Buzz disponibile sembra che siamo di fronte a un servizio con ottime chances di successo.Google hanno scelto pragmaticamente di interpretare un adagio semplice: se non hai una buona idea, copiala !
Google Buzz sembra moltissimo a Friendfeed con in più tutta la facilità del mondo Google. La scelta strategica però appare sensata: obiettivo primario puntare all’utilità d’uso del servizio.
I media tradizionali da tempo stanno facendo da grancassa dei successi di Twitter e Facebook, inducendo aziende e cittadini a sbarcare su questi con risultati altalenanti. Oramai piccole e grandi aziende, giornali, enti, associazioni, circoli ricreativi, bocciofile e altro ancora si sono aperti un account Twitter che mediamente usano come megafono delle loro attività o spesso come piccolo, grande strumento di spam veicolando link alle loro risorse web, sperando che i followers visitino le pagine in questione. Agli estremi opposti Facebook è diventato la sarabanda globale con di tutto di più, un media in cui il rapporto segnale-rumore si fa bassissimo e la confusione sovrana da megalopoli ipertrafficata è il pane quotidiano.
Quattro anni fa a Torino
Il 10 febbraio 2006 si inauguravano con la cerimonia d’apertura i XX giochi olimpici invernali di Torino Il bloggante titolare c’era