Il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, indagato nell’inchiesta avviata a Firenze sugli appalti, si è dimesso dalla magistratura. Lo ha fatto inviando una lettera al procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara che domani la inoltrerà al ministro Guardasigilli e al ministero di Grazia e Giustizia e al Consiglio superiore della magistratura.
Dando le dimissioni irrevocabili dopo 40 anni di servizio, Achille Toro evita di essere sottoposto al procedimento disciplinare che stava per essere avviato come richiesto dalla Procura generale della Cassazione, alla quale spetta appunto la via dei procedimenti di natura disciplinare riguardanti i magistrati.
Toro, indagato per violazione del segreto d’ufficio, ha motivato la decisione di dimettersi per “essere libero di difendere – è detto nell’atto – l’onorabilità mia e di mio figlio (a sua volta indagato) e, nel contempo desiderando eliminare ogni ragione di imbarazzo per l’ambiente di lavoro, con grande rammarico, ma con animo sereno, dichiaro la mia volontà di dimettermi con effetto immediato dall’ordine giudiziario”.