Tweet, post, mail, sms. Feriti intrappolati sotto le macerie, ospedali crollati, scuole rase al suolo. La rete è inondata di notizie che provengono da Haiti. Ma come renderle facilmente accessibili alle organizzazioni umanitarie e agevolare così i soccorsi? Una risposta arriva dall’Africa. Ushahidi, la piattaforma di crowdsourcing che permette di raccogliere informazioni dalla folla attraverso sms, tweets, mail, nata nel 2008 per raccontare le violenze post-elettorali in Kenya, e usata anche da Al Jazeera per la copertura dell’ultima guerra a Gaza, ha messo online una pagina dedicata alla crisi haitiana. In meno di 12 ore sono già stati raccolti quasi 3000 messaggi, in gran parte via Twitter .
What is Ushahidi? from Ushahidi on Vimeo.
Una volta verificate, le informazioni vengono visualizzate su una mappa, divise per categorie: strutture crollate, scuole e ospedali danneggiati, strade bloccate, persone intrappolate sotto le macerie, incendi e zone senza acqua potabile. La piattaforma, rilasciata in beta come applicazione open source, è scaricabile gratuitamente. (Il New York Times, secondo quanto riferisce l’Huffington post, sta cercando il modo di integrarla per seguire gli sviluppi della situazione ad Haiti).
Nessuna scusa, la borsa si riusa
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