Bit Wars

Via La Stampa.it

La guerra fredda del Web continua, e la Cina risponde con durezza al segretario di stato americano Hillary Clinton, che l’ ha accusata ieri di limitare il libero accesso ad Internet, negando cosi la democrazia, mentre il presidente Usa Barack Obama si dice preoccupao dagli attacchi sferrati contro Google e chiede risposte a Pechino. In una nota pubblicata sul suo sito web, il portavoce del ministero degli esteri Ma Zhaoxu afferma che le accuse degli Usa «negano la realtà e danneggiano le relazioni tra i due paesi» ma sottolinea che, nonostante le divergenze, Pechino non rinuncia al proseguimento del dialogo. Dalla Casa Bianca, invece, non è arrivata nessuna mano tesa. «Il presidente resta preoccupato per la falla nelle misure di sicurezza informatica che Google ha attribuito alla Cina» ha fatto sapere il vice-portavoce Bill Burton.

La tensione tra i due giganti – la prima e la terza economia del mondo, vicinissima però al sorpasso storico sulla seconda, il Giappone, è esplosa la scorsa settimana, quando il colosso americano di Internet, Google, ha minacciato di lasciare Pechino accusando la censura di violare la privacy dei suoi clienti. Clinton ha messo la Cina nel gruppo dei paesi che «recentemente hanno ristretto la libertà di Internet» con Tunisia, Uzbekistan, Arabia Saudita e Vietnam. In Cina non sono accessibili i siti dei profughi tibetani e uighuri, quelli delle organizzazioni umanitarie come Amnesty International e quelli di alcuni delle più popolari piattaforme di comunicazione sociale come Youtube, Facebook e Twitter.