In questi giorni torna di attualità l’ipotesi che Telefonica acquisisca il pieno controllo di Telecom Italia, governata dal suo “fiduciario” Bernabè, rilevando le quote delle banche italiane e di Generali, ormai stufe dell’investimento non abbastanza redditizio.
Il tutto potrebbe avvenire con il via libero di Berlusconi, che prima di Natale ha avuto il via di libera di Telefonica per accrescere la presenza di Mediaset in Spagna. Perfino la Cgil, fino a poco tempo fa contraria a operazioni che mettano in discussione l’italianità di Telecom, sarebbe ora favorevole all’ennesimo passaggio di mano di Telecom fuori dalla Borsa.
Ipotizziamo che, invece di Telefonica che acquisisce il controllo di Telecom, si verifichi il contrario: immaginiamo una Telecom Italia che, priva della zavorra dei debiti dell’Opa, tenti di controllare Telefonica.
Immediatamente, la Cgt e le Commissioni Operaie dicharerebbero uno sciopero generale del settore, chiedendo al governo di fermare l’affare. Il quotidiano El Pais titolerebbe a titoli cubitali “No pasaran” e il Partido Popular, maggiore forza politica di opposizione, chiederebbe al governo di bloccare l’invasione dei “los italianos”.
La stampa spagnola chiederebbe al governo Zapatero di seguire l’esempio di Paesi latinoamericani come la Bolivia (che ha nazionalizzato l’Entel di proprietà di Telecom Italia) o l’Argentina (che si è schierata contro Telecom Italia addirittura con una sentenza della Corte Costituzionale).
Zapatero però si sarebbe già mosso per conto prorio: il Consiglio dei Ministri avrebbe detto di no a Telecom padrona in Spagna; Zapatero stesso avrebbe telefonato a Berlusconi dicendo chiaro e tondo che si sarebbero utilizzate tutte le leve governative a disposizione per fermare l’investimento italiano; anche i commissari spagnoli in Europa avrebbero levato gli scudi in difesa dell’ibericità di Telefonica.
In questa situazione, in poco tempo Bernabè dovrebbe dichiarare pubblicamente che l’operazione “Spagna” non si è potuta realizzare a causa della fortissima opposizione politica, mediatica, giudiziaria e delle autorità delle Telco e della Borsa spagnole.