Addio agli scritti, ma soprattutto alla prova orale nei concorsi per diventare ricercatori universitari. Debutta il modello taglia raccomandazioni. Un sistema, quello della segnalazione, che nel mondo dei baroni universitari è abbastanza praticato per dare un aiuto al pupillo. Il Politecnico, mettendosi al passo con la nuova normativa del ministro Mariastella Gelmini, ha varato il primo bando per 17 posti a tempo indeterminato che prevede solo la valutazione dei titoli e delle pubblicazioni. Niente scritti e nessun colloquio con punteggio, come in passato. Un esame freddo. Solo carte che vengono valutate in base ai criteri già definiti al momento del lancio del concorso.
Due gli obiettivi: trasparenza e oggettività. Tenendo il più possibile fuori dai giochi i giudizi soggettivi, come quelli dei membri della commissione, soprattutto dopo una prova orale. Un sistema apprezzato dall’Apri, l’associazione precari della ricerca italiana, che nel suo blog scrive: “Si tratta di un caso del tutto inedito nel panorama italiano, che pone il Politecnico di Torino come esempio virtuoso per tutte le altre università e per lo stesso ministero”. Il Poli ha infatti interpretato alla lettera la nuova normativa varata dalla Gelmini sui concorsi universitari. “Esiste un colloquio – spiega il prorettore Marco Gilli – ma da questo non può scaturire un punteggio. Serve solo per discutere le pubblicazioni presentate, per rendersi conto, ad esempio, se il candidato è il vero autore. La commissione deve valutare i titoli e gli articoli. Se si attribuisse un risultato al colloquio sarebbe come giudicare due volte le pubblicazioni. Un doppione. Non avrebbe senso”.
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