Ora ci vuole una terza asta (via Lastampa.it)
L’affaire Grinzane salta di nuovo: nulla pure la seconda asta. Entro fine mese sarà indetta una nuova gara, come ha deciso ieri il tribunale di Torino. Era il 15 dicembre. Presso lo studio del notaio Giovanna Ioli (per la seconda volta nel giro di un mese) la Fondazione Lattes vinceva per 336 mila euro tutto il bottino che fu un tempo di Giuliano Soria. Asta vinta a tavolino per mancanza dell’altro contraente, Gianni Aringoli della romana fondazione Epoké.
Le spoglie (per ora solo più quelle, visto che i marchi che consentono di chiamare “Grinzane” un nuovo Grinzane sono attualmente congelati in attesa dello scioglimento della vicenda giudiziaria) sembravano aver trovato un nuovo padrone, pronto a riazzerare il contatore e ripartire da maggio 2010 con progetti legati a filo doppio alla Fiera del Libro e alla sua Fondazione.
Invece no. Tutto da rifare. Per la terza – chissà se ultima – volta. Gianni Aringoli fa ricorso il giorno prima di Natale al Tribunale di Torino: lamenta nuove irregolarità nello svolgimento di una competizione che (sostiene) neppure si è tenuta, visto che il verbale era stato chiuso dal liquidatore Enrico Stasi dieci minuti prima del suo arrivo, ore 18.30, cioè un’ora e mezza dopo l’orario ufficiale dell’appuntamento. Il ricorso viene respinto, intanto la Lattes paga i soldi promessi, con assegno circolare e in attesa di poter formalizzare l’acquisto. Qualche sommovimento legale, ma la situazione non sembrava cambiata. Fino a lunedì scorso, il 28 dicembre, quando è accaduto quel che più nessuno poteva immaginare: al liquidatore pervengono altre due offerte identiche, pressoché nello stesso momento. Due nuove proposte di acquisizione, maggiorate del 10 per cento rispetto a quella con cui la Lattes si era appena accaparrata il Premio, il know how, un immobile, un ex dipendente Grinzane e l’ex libreria del fu patron Soria: 370 mila euro.
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