Caro Sergio Chiamparino,
nei giorni recenti ho pagato una sontuosa multa cumulativa (410,09 euro) per numero cinque contravvenzioni per eccesso di velocita comminatemi nel 2007 in pochi giorni nel tratto di Corso Regina Margherita che si immette sulla tangenziale di Torino.
Entro velocemente nel merito delle simpatiche contravvenzioni. Mi erano state comminate in veloce compilation quando furbescamente il Comune decise di mettere un autovelox in una zona di Torino che è sostanzialmente il preambolo della tangenziale.
I non torinesi possono giudicare dalle mappe per capire che si tratta di una vera e propria autostrada urbana. Sicuramente sarebbe stato civilmente più utile ad esempio squinzagliare vigili sulle piste di chi parcheggia in maniera assurda. Ma il ritorno dell’investimento sarebbe stato certamente minore.
Le ragioni dell’impegno regalatorio erano evidenti e di bilancio, per fare sapientemente cassa. Ovviamente ci fu una successiva e dovuta ribellione dei cittadini vessati da tutto questo multare. Sulle prime decisi di non pagare manco morto, poi iniziai a ragionare su ricorsi e consimili. Recentemente una missiva di Soris mi ha ingiunto il pagamento.
Mi si permetta una digressione: capisco che sia giusto che l’ente pubblico si doti di un sistema di recupero crediti. Ma i metodi di Soris sono un po’ nazi. Ti inviano specchietti dei debiti che il cittadino ha nei confronti dell’ente pubblico, ma hanno la chiarezza e la trasparenza di una stele lapidea in egizio. Senza ricordare la carenza del servizio di assistenza cittadini salassati, una specie di consenso informato all’emoraggia pecuniaria.
Non volevo pagare per una questione di principio, ma poi mi sono sentito, al solito, un cittadino italiano e torinese responsabile. Ho pensato: è un anno difficile: c’è la crisi economica, c’è il governo Berlusconi che certo non ha un occhio di riguardo per il villaggio di Asterix sotto la mole, sono 4 anni che sono passate le Olimpiadi e i debiti derivanti dai Giochi ce li porteremo dietro per un bel po’. Ho deciso che era il tempo di un gesto generoso e responsabile. Sono partito con i soldi in bocca e sono andato a pagare, dopo dovuta coda al freddo e con la macchinetta sputa prenotazioni normalmente rotta.
Le ho scritto solo per sottolinearle con la mia che quest’anno vigilierò ancora con maggiore attenzione su come lei spenderà i denari pubblici della nostra città, verificherò che ne faccia buon uso, evitando spese inutili in consorterie culturali e privilegiando i servizi, i più deboli e, se mi permette il cattocomunismo, le famiglie.
Fra qualche mese lei concluderà il suo nuovo mandato di sindaco. Forse si godrà la pensione, forse no. In questi anni la nostra città è di molto cresciuta. La storia ci dirà se per merito più dei cittadini che dei politici. Mi permetto solo farle una richiesta alla fine del suo mandato secondo quanto disse in un noto film Nanni Moretti: ogni tanto si ricordi di dire e fare qualcosa di sinitra. Potrebbe essere utile a tutti. Anche a quelli che votano PdL.