Berlusconi l’innovatore

Passi scelti da una lunga intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Fedele Confalonieri

Perché i magistrati ce l’hanno con lui?
«Viene vissuto come un parvenu, come un intruso».
E invece?
«Invece è un genio. Un giorno mi disse: “Costruisco una città di diecimila abitanti”. Pensai: “Quest chi l’è mat”. E invece no. Era un innovatore, aveva capito che non doveva fare case. Doveva fare quartieri».
All’inizio non vi prendevano sul serio.
«Ricordo di aver aspettato più di un’ora con lui nell’anticamera di Gianstefano Frigerio, allora segretario regionale della Dc. L’establishment diceva: “Ma chi è questo ragazzino che fa le cose che non riescono a noi?”. Quelli come Berlusconi entrano e sconvolgono».

Forza Italia era la bibita dolce. Ma che senso aveva l’anticomunismo se il comunismo non c’era più?
«C’erano gli effetti della sbronza comunista. C’era ancora la paura del comunismo».
E Berlusconi ne ha approfittato. Marketing.
«Ma anche politica».
Glielo dice a Berlusconi che i comunisti non ci sono più?
«Glielo dico. Ma bisogna ammettere che è un ottimo argomento di vendita».
Politica e marketing…
«Se funziona… In fondo gli altri, pur di vendere copie, gli danno del pedofilo».

Lui odia farsi processare.
«Ma ragazzi, quanti processi ha avuto? E non è mai stato condannato».
Condannarlo? Mica facile…
«Allude alla prescrizione?»
Alludo.
«Oh, ma la prescrizione a favore di chi va? A favore del giudice che non riesce a dimostrare la colpevolezza».
C’è prescrizione e prescrizione.
«Questa è la lotta fra Berlusconi e i magistrati. Berlusconi non si vuol fare mettere sotto. Poi uno può dire: è populista, è peronista. Sarà vero. Ma non è antidemocratico».
Però è peronista e populista…
«Certo che è populista. Ma la demagogia c’era ai tempi di Atene. Pericle era un grande demagogo. L’importante è il “check and balance”, la separazione dei poteri che ti impedisce di esondare…».

Ogni tanto desidera di diventare il numero uno?
«Io sto giocando con Pelé. Mi accontento di passargli la palla. Ogni sei palle che gli passo lui fa tre goal».
Politicamente come si definisce?
«Un conservatore».
Più di Silvio?
«Molto di più. Ma con D’Alema, Veltroni, Bersani riuscirei a parlare. Lui no, lui vuole conquistarli e convertirli».

Tremonti, con queste sue uscite, sembra che si candidi al dopo Berlusconi.
«In politica il primo avversario è il tuo vicino. È legittimo che un Tremonti pensi al dopo. Essendo più giovane si prepara».
Sarà lui il successore?
«Se Berlusconi resta ancora quattro anni il suo successore sarà un giovane, uno che oggi ha trent’anni».
E se dovesse scomparire adesso?
«Avrei paura».
Gli altri si sbranerebbero.
«Temo una balcanizzazione, un disintegrarsi del sistema politico».