Un Rapporto del Cabinet Office britannico* pubblicato l’ estate scorsa attesta in maniera soprendente la sparizione delle classi lavoratrici dalla professione di giornalista. Ne dà notizia un articolo di di Alyssa Lenhoff e Tim Francisco apparso il 28 settembre scorso sul sito di ‘’Working-Class Perspectives’’ (una rivista online che fa capo alla Youngstown State University, Ohio, Usa) col titolo « The Costs of Becoming a Journalist », riportato qualche giorno fa in traduzione francese da Acrimed (Action-critique-médias).
Il Rapporto, ‘’Liberare le aspirazioni’’ (Unleashing Aspirations), rileva in particolare che i giornalisti nati dopo il 1970 provengono per la maggior parte dalle classi medie agiate (middle class) o dall’ alta borghesia (upper middle class). E la professione di giornalista si classifica al terzo posto delle professioni più chiuse socialmente, subito dopo i medici e gli avvocati.
L’elogio del posto fisso
Giulio Tremonti: «Certamente, se dovessi dire se è meglio il posto di lavoro fisso o il posto di lavoro mobile dico che è meglio il posto fisso» Nel frattempo per anni i politici hanno procurato posti fissi agli amici e lasciato molto mobili gli altri. Ora dopo dopo il suo elogio sta a tremonti fornire … Leggi tutto