Chissà, forse questo è solo il primo passo e Vittorio Feltri continuerà nella sua scalata alle 250 mila copie promesse. Fatto sta che una crescita del 22,3% nelle vendite in un solo mese di guida è un risultato strabiliante. Si traduce in 40 mila e 200 persone in più che hanno acquistato il quotidiano a settembre, portando le copie a 220.117, contro le 180 mila di un anno fa. E il bello è che si tratta di un risultato netto, assicurano dalla casa editrice, un «Feltri netto», che non ha goduto di promozioni.
Dopotutto settembre è stato un mese di fuoco, con polemiche a non finire, scatenate già dal 22 agosto, giorno in cui Feltri ha sostituito Mario Giordano alla guida del Giornale, e ravvivate continuamente. La più grande quella che ha avuto come protagonista suo malgrado Dino Boffo, e che lo ha disarcionato dalla guida di Avvenire.
E a questo proposito, come si è comportato il quotidiano dei vescovi nel primo mese da orfano del direttore che lo guidava dal 1994? Non male, visto che ha guadagnato quasi 3 mila copie (+3%), passando dalle 96.859 del settembre 2008 alle 99.769 dello scorso mese. La polemica, evidentemente, ha giovato anche al quotidiano colpito.
In molti si chiedevano se Libero avrebbe retto all’abbandono di Feltri, suo fondatore. La risposta è positiva: perde 4.776 copie arrivando a 121.255 (-3,8%), non poche, certo, ma nemmeno un abbandono in massa dei lettori per seguire l’ex direttore. Il dato non è negativo, per altro, perché si può confrontare con le copie di luglio e agosto di quest’anno, 116.611 e 111.040 rispettivamente. Dopotutto la sostituzione con Maurizio Belpietro per l’editore non è stato certo un ripiego.
La sorpresa nei dati di settembre del panel Fieg arriva sul fronte Repubblica-Corriere: il quotidiano di Ezio Mauro negli ultimi due mesi si è avvicinato parecchio a quello di Ferruccio de Bortoli: lo separano soltanto 15.533 copie. Indubbiamente la posizione di sostanziale equilibrio del Corriere in un periodo di scontri politici e giornalistici ha portato a questo risultato: il fuoco incrociato ha fatto aumentare i sostenitori di Repubblica da una parte e del Giornale dall’altra, mentre il Corsera ha retto senza exploit. I numeri in edicola (dichiarati dagli stessi editori) esclusi gli abbonamenti spiegano appieno quanto è successo: Giornale +44%, Repubblica +6%, Corsera +1%.
Il confronto con l’anno passato per Repubblica e Corriere dà ancora risultati differenti: per il quotidiano romano sembra in via di esaurimento, o comunque pesa ormai poco, l’effetto della pulizia delle diffusioni, con l’eliminazione di copie gratuite e delle vendite a pacchetto, cominciato più di un anno fa. Il progresso è infatti dello 0,1%, 484 copie in più a quota 517.309. Come detto, nella sola edicola si ha un +6%.
Via Solferino ha invece cominciato più tardi questo processo e l’effetto negativo sui numeri si avrà ancora per qualche mese, senza contare che un’altra tranche di tagli sulle copie promozionali e le diffusioni all’estero c’è stata anche a settembre. Di fatto il calo è del 9%: 532.842 copie. Discorso simile per la Gazzetta dello Sport: -8,4% arrivata a 377.256 copie.
La Stampa è sostanzialmente stabile: 300.200 copie (-0,3%), mentre è più consistente il calo del Messaggero: -2,2%, 4.500 copie perse in termini assoluti. La performance peggiore, però, la fa il Sole-24Ore: -18,7%, oltre 61,2 mila copie sul terreno, passando dalle 326.786 alle 265.582. Alla testata di Confindustria, però, si possono concedere le stesse attenuanti del Corsera, perché ha iniziato soltanto ad aprile la pulizia delle diffusioni. C’è poi un altro fattore da considerare: settembre 2009 si confronta con un analogo mese del 2008 eccezionale per la cronaca relativa al fallimento di Lehman Brothers e alla crisi economica.