Ieri, sabato, solo Stampa, Unità e Repubblica hanno scelto di ignorare il fatto che mercoledì prossimo uscirà un nuovo quotidiano. Si chiamerà il Fatto Quotidiano e sarà un giornale di giornalisti, come amano ripetere Antonio Padellaro e Marco Travaglio. ieri ne parlano diffusamente Corriere, Foglio (bellissimo articolo), Libero e Giornale, ognuno naturalmente con la propria impostazione e le sue critiche. Ma almeno non negano ai propri lettori il diritto ad essere informati di una novità – solitamente bene augurante per la democrazia – come la nascita di un giornale d’informazione.
Questo piccolo evento, però, a Ezio Mauro, Mario Calabresi e Concita de Gregorio è un po’ indigesto. Sarà perché dirigono giornali alle prese con tanti problemi, o perchè vengono tutti da una scuola ottima quanto altezzosa come quella di Repubblica, ma intanto oggi il prestigioso trio si è distinto per il silenzio. Perchè?
Certo, la crisi è brutta per tutti e la paura di non riuscire a bloccare la lenta e inesorabile fuga di lettori che colpisce da anni la stampa quotidiana potrebbe avere avuto il sopravvento su una notizia. Stampa, Repubblica e Unità, poi, hanno padroni piuttosto ingombranti e direttori che forse ritengono di non dover dividere con nessun altro il peso di esercitare una qualche forme di “resistenza umana” (come diceva Cuore) a Silvio Berlusconi.
Gente come gli Agnelli elkannati, i De Benedetti e Soru, di fronte alla crisi non trovano altra soluzione che il taglio dei costi, la cancellazione dei precari e il prepensionamento dei giornalisti (a spese degli enti previdenziali e dello Stato). Il sospetto che l’origine della crisi sia una progressiva perdita di credibilità non deve neppure sfiorarli.
Il Fatto Quotidiano, sarà diretto da Antonio Padellaro e non avrà “il padrone in redazione”. E neppure al piano di sopra, o di lato, o nei cassetti del direttore sotto forma di lista degli inserzionisti intoccabili. E il fatto che Padellaro, Travaglio & company abbiano scelto di presentarlo alla sala stampa estera è abbastanza indicativo di quanto si sentano distanti non solo dalle pratiche giornalistiche attualmente in voga in Italia, ma anche dall’assenza pressoché totale di editori puri.
Non avere nell’azionariato neppure un tycoon della tv, un industriale, un concessionario dello Stato, un palazzinaro, un proprietario di cliniche o un costruttore di centrali elettriche o di automobili è già un titolo di merito, qualunque giornale si decida poi di mandare in edicola. Fosse anche il più bizzarro o peggio scritto d’Italia.
Certo, la linea politica del Fatto potrà dispiacere a qualcuno e, con pieno diritto, i quotidiani berlusconiani e Panorama ne parlano già male e con ampio uso di ironie. Hanno un bel dire, Travaglio e Padellaro, che la linea politica del giornale sarà semplicemente “la Costituzione italiana”. Non crede loro nessuno, perfino chi è pronto a tacere di qualunque amnesia o cautela quirinalizia in nome della semplice considerazione che “il Presidente è garante della Costituzione”.
Ma forse se solo Unità, Repubblica e Stampa hanno scelto di ignorare la nascita di un nuovo giornale, nonostante la notizia fosse su tutte le agenzie (la Stampa in realtà ne aveva parlato ad agosto in un articolo pieno di malignità), è perchè in qualche modo ritengono di avere l’esclusiva dell’opposizione a Silvio Berlusconi. Opposizione che declinano in tre diverse tonalità: intransigente (Unità); Progressista Illuminata e Predicante (Repubblica); internazionalista e utilitarista (La Stampa). Forse i loro direttori ritengono che non vi sia altro modo di non essere berlusconiani.
Le uniche altra possibili ragioni di cotanto silenzio che ci vengono in mente sono l’invidia e la paura, ma queste non farebbero onore al trio Mauro-Calabresi-De Gregorio e quindi la scartiamo.
La paura. perfino quella di perdere qualche migliaio di lettori, è il sentimento più antigiornalistico che ci sia. L’invidia invece è purtroppo molto diffusa nelle redazioni, ma davvero non si capisce come si possa invidiare una pattuglia di 15 persone che rischiano in proprio e senza rete. A meno che l’invidia non sia verso la loro libertà. In quel caso la comprendiamo tutta.
Per parte nostra, in qualità di modesti rassegnisti di questo sito, aspettiamo il Fatto con una certa ansia e con un Avviso ai navigati tutto per loro: viste le roboanti dichiarazioni della vigilia e i buoni propositi sbandierati, se poi vi mettete a fare porcate o a smarchettare in allegria saremo doppiamente impietosi. Per intanto, in bocca al lupo.
1 commento su “Ignoranza sul Fatto”
I commenti sono chiusi.
Grande, Vittorio!!! Proprio grande.
Mi unisco al tuo in bocca al lupo
Irene