Il ricordo ancora pulsante di quel giorno che sembrava poter cambiare il corso del mondo
Una giornata di dolce sole pallido del settembre italiano. Il primo pomeriggio sonnecchioso ci riaccompagna in ufficio. Lettura di e-mail, qualche parola con i colleghi, un caffè. Nulla di anomalo, situazione sotto controllo. Ore 14.45 (8.45 di New York) un aereo si schianta contro una delle torri gemelle del Wtc a Manhattan. Dopo pochi minuti un collega entra in ufficio: “Girate il televisore sulla Cnn, un aereo è andato a sbattere contro il Wtc a New York”. Il tempo di impugnare il telecomando e di sintonizzarsi sulla Cnn per vedere in diretta il secondo aereo dirottato schiantarsi contro la torre gemella. “Che diavolo succede? Sono attentati? Ma sono in un film di fantapolitica o sono nel reale? Qui è tutto vero!” A questo punto ci si accorge sensatamente che occorre cercare di tralasciare le emozioni, o almeno di tenerle nei propri ricordi, e di iniziare a pensare al proprio lavoro.
Imbraccio il portatile e cerco meccanicamente www.cnn.com. Il sito è già, ovviamente, irraggiungibile e sovraccarico di accessi. Cerco degli strumenti per capire il tracing, ovvero il percorso dei pacchetti TCP/IP verso la destinazione. Arrivano praticamente a metà oceano e poi si fermano in time out. Sono situazioni che si erano già viste in Rete. Ogni volta che un evento veramente importante accade durante il giorno è in grado di bloccare tronconi e snodi importanti di Internet. Se poi l’evento è globale, si blocca tutto per un’oretta, poi la tensione cala e la comunicazione riprende lentamente.
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