Fieg e Antitrust contro Google News

L’Authority Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di Google Italy per verificare se i comportamenti della società, in considerazione della sua indiscussa predominanza nella fornitura di servizi di ricerca online, siano idonei a incidere indebitamente sulla concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria online e a consolidare la sua posizione nella intermediazione di spazi pubblicitari.

Il procedimento, spiega l’Antitrust, notificato oggi alla società nel corso di un’ispezione condotta in collaborazione con le unità speciali della Guardia di finanza, è stato avviato alla luce di una segnalazione della Fieg relativa al servizio Google News Italia, con il quale Google aggrega, indicizza e visualizza parzialmente notizie pubblicate da molti editori italiani attivi online. Secondo gli editori, sottolinea l’Antitrust, Google News Italia, utilizzando parzialmente il prodotto dei singoli editori online, avrebbe un impatto negativo sulla capacità degli editori online di attrarre utenti e investimenti pubblicitari sulle proprie homepage. Gli editori italiani, che non ottengono alcuna forma di remunerazione diretta per l’utilizzo dei propri contenuti su Google News, non avrebbero inoltre la possibilità di scegliere se includere o meno le notizie pubblicate sui propri siti internet sul portale stesso: Google renderebbe infatti possibile a un editore di non apparire su Google News, ma ciò comporterebbe l’esclusione dei contenuti dell’editore dal motore di ricerca della stessa Google.


Si tratta – evidenzia l’Autorità – di una condizione estremamente penalizzante: la presenza sul motore di ricerca di Google è determinante per la capacità di un sito internet di attrarre visitatori e dunque ottenere ricavi dalla raccolta pubblicitaria, vista l’elevatissima diffusione di tale motore tra gli utenti». L’istruttoria, conclude l’Antitrust, dovrà dunque verificare se i comportamenti di Google, resi possibili dalla sua indiscussa predominanza nella fornitura di servizi di ricerca online, siano idonei a incidere indebitamente sulla concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria online, con l’ulteriore effetto di consolidare la sua posizione nell’intermediazione pubblicitaria online. Intanto c’è cautela negli uffici di Google Italia dopo la notizia dell’apertura dell’istruttoria. I legali di Google Italia sono al lavoro.

5 commenti su “Fieg e Antitrust contro Google News”

  1. in teoria gli editori dovrebbero essere contenti di avere una vetrina così ampia come Google. quando leggo una notizia sul mio aggregatore poi vado, la maggior parte delle volte, a visitare il sito originale. che la FIEG cerchi di guadagnarci il più possibile, ma fa la figura del vecchio dinosauro che combatte contro il meteorite, mentre potrebbe sfruttare il veicolo di Internet per provare a rimettere in sesto le proprie magre finanze (al netto degli aiuti di Stato).
    mi pare una questione simile a quella che contrappone la SIAE al download di film e musica.

  2. Il tuo ragionamento non fa una grinza. La fieg invece di pensare a risolvere problemi seri cerca di grattare un po’ di sale dalle pietre

    copio un commento dal forum sul Corriere
    http://www.corriere.it/dilatua/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2009/08/27/google_italia_istruttoria_antitrust_full.shtml

    quella che in questo caso chiamano “abuso di posizione dominante” è semplicemente la mancanza di capacità, inventiva, imprenditorialità di schiodarsi dalla posizione di rendita e provare a creare servizi innovativi. *adesso* è certo difficile raggiungere google. ma quando google ha cominciato, il territorio era libero per tutti, le condizioni erano pari per tutti. perché google ci è riuscita? ma soprattutto perché google ci ha provato, mentre quelli che adesso si lamentano di posizioni dominanti dormicchiavano beati della loro rendita di posizione? facile adesso lamentarsi che qualcuno ha raggiunto una “posizione dominante” se qui al massimo cercano di farsi dare i contributi per l’editoria e lasciano l’innovazione in mano a stagisti e giovanotti sottopagati. troppo faticoso innovare per i “capitalisti” italiani, ovvero palazzinari, petrolieri da quattro soldi e roba simile. ma quando mai in Italia qualcuno avrebbe voluto spendere soldi per fare qualcosa tipo google? poi adesso si lamentano della “posizione dominante”… sembra di vedere i produttori di carrozze da cavallo che si lamentano della “posizione dominante” delle case automobilistiche: perché non vi siete messi a costruire automobili anche voi quando ancora potevate? accontentatevi del fatto che google non chiede i contributi all’editoria.

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