L’ondata migratoria che ha investito il nostro paese negli ultimi anni non ha tolto lavoro agli italiani, ma ha aumentato le possibilità di occupazione per i cittadini del nostro paese, se non altro quelli più istruiti che mirano a posti di gestione e di amministrazione rispetto alla massa di stranieri con mansioni tecniche ed operaie e per le donne che, grazie a badanti e baby sitter, riescono a poter far fronte agli impegni fra famiglia e lavoro. A evidenziare la situazione è uno studio della Banca d’Italia dedicato al fenomeno immigrazione e contenuto nel rapporto sulle economie regionali del 2008 che afferma come “la crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazioni per gli italiani” e in cui si evidenzia “l’esistenza di complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne”.
In pratica, secondo l’elaborazione degli economisti dell’istituto centrale, l’afflusso di lavoratori stranieri “impiegati con mansioni tecniche ed operaie può aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani”. L’arrivo degli stranieri ha inoltre modificato, secondo Via Nazionale, il tradizionale afflusso dal Sud al Centro Nord di lavoratori con bassi titoli di studio per il settore industriale. Nelle regioni del Centro Nord infatti, maggiormente interessate dall’immigrazione dall’estero è aumentato l’afflusso di italiani laureati a fronte di una modesta riduzione di quelli con un titolo di studio più basso. Gli stranieri nelle regioni centro settentrionali hanno incontrato così una domanda di lavoro prevalentemente nel settore industriale “che in passato era soddisfatta dall’immigrazione interna dal Mezzogiorno”.