La giornata dei mancini

Dedicato al titolare di questo blog, mancino da una vita

Il 13 agosto sarà la festa di quel 10% del mondo, capi di Stato e calciatori compresi, che si appoggia alla sinistra non solo per scrivere, ma anche per saltare o scattare una fotografia, a seconda della gradazione del fenomeno. Nel 1976 l’associazione “Lefthanders International” scelse questa data perché cadeva di venerdì. Come a dire: “Noi mancini pensiamo il mondo alla rovescia, anche per le superstizioni”. Uno scarto deciso rispetto al passato, un invito ad abbattere i pregiudizi, almeno quelli linguistici.

In inglese right significa destra, ma anche giusto. In francese gauche, cioè mancino, vuole anche dire sgraziato. In spagnolo l’espressione no ser zurdo si usa per “essere intelligente”, ma il senso letterario sarebbe “non essere mancino”. L’italiano, poi, abbonda di modi di dire non proprio galanti: “tiro mancino”, “sei sceso dal letto con il piede sinistro”… Retaggio, secondo i più, di antiche usanze. I romani si erano inventati l’abitudine di porgere la mano destra come segno di fiducia dovendo abbandonare la presa sulla spada.


Se dalle parole passiamo ai fatti le cose non fanno che peggiorare. Ci sono mille piccoli gesti, come girare la chiave di casa nella serratura, scrivere con la stilografica, usare le forbici o il ferro da stiro, che diventano più complicati di quanto un destro possa anche solo immaginare. I mancini che non riescono ad abituarsi non hanno altra scelta che mettersi a caccia di negozi specializzati. Come quello aperto da Ned Flanders, il religiosissimo vicino dei Simpson, nel centro commerciale di Springfield.

Illustre “vittima”, almeno così si narra, fu Charlie Chaplin che suonava divinamente il violino, ma che essendo mancino puntava l’archetto dritto agli occhi di chi gli stava accanto. O Jimi Hendrix costretto dal padre, ancora bambino, a suonare una chitarra per destrimani. Anche Ronald Regan che da presidente firmava con la destra, da attore recuperava l’uso della sinistra. La lista è lunghissima, da Alberto Moravia a Valentino Rossi, da Marilyn Monroe a Fidel Castro, da Bruce Willis a Nicole Kidman, da Leonardo Da Vinci a Napoleone. Tutti personaggi illustri che con i loro cervelli “capovolti” hanno finito con lo scrivere pagine di storia.