Non bastava il già notevole caos sotto le nostre televisioni
Oggi verrà presentata una nuova piattaforma digitale per la trasmissione di programmi tv via satellite. Preparatevi quindi all’ennesimo decoder che permetterà di accedere ai canali Rai-Mediaset-La7. La nuova piattaforma si chiama Tivù Sat ed è controllata per il 48% ciascuno da Rai e Mediaset e per il 4% da Telecom. Diventerà operativa a fine mese e, in vista del passaggio integrale alla tv digitale, servirà in primo luogo a coprire quelle zone del paese non raggiunte dal segnale degli impianti di terra, come le località montane e i comuni minori.
Intanto, a dieci giorni dalla scadenza del contratto tra Rai e Sky per i canali di RaiSat sulla piattaforma satellitare, la questione non ha trovato ancora una soluzione. Secondo Paolo Gentiloni del Pd, la piattaforma satellitare “Tivusat”, è un «gigante fuorilegge» e in prospettiva mette a rischio la permanenza dei canali Rai su Sky. «Oggi – scrive Gentiloni nel suo blog – viene annunciata la nascita di Tivusat, la piattaforma satellitare congiunta di Rai Mediaset e Telecom Italia Media. Un gigante talmente gigantesco da sollevare ancor prima di nascere almeno due interrogativi. Primo interrogativo. E’ autorizzata la nascita del gigante? Al momento sembra proprio di no». Gentiloni sottolinea infatti che al momento «non risulta» un via libera dell’Agcom all’operazione, condizione prevista dalla legge. «E come si può far partire la piattaforma visto che, come è noto, la notifica senza un via libera equivale a una condizione sospensiva? E all’Antitrust europeo è stata notificata? E con quali esiti? Sarebbe bene che nella cerimonia i promotori di Tivusat dessero qualche risposta».«Secondo interrogativo», prosegue. «Obiettivo del gigante sarebbe quello di muovere guerra a Sky. E fin qui nulla di male, se la concentrazione sarà approvata. Al più avrà qualche conseguenza sugli obblighi imposti a Sky dall`Ue al momento della fusione Stream-Telepiù. Il guaio è che la guerra a Sky comporterebbe, prima o dopo, l’uscita dei canali generalisti Rai dalla piattaforma Sky. Per vederli, alcuni milioni di abbonati a Sky, che pure pagano il canone, dovrebbero munirsi di un nuovo decoder che appunto verrebbe presentato domani. Questa scelta non è compatibile con l`art.26 del contratto di servizio tra Rai e Governo che prevede un obbligo di offerta dei programmi Rai in tutte le piattaforme. Che questo obbligo sussista lo ha detto anche l`ultima relazione Agcom (a pag. 197). Oltre che violare il contratto di servizio, imporre un nuovo decoder a milioni di famiglie che pagano il canone sarebbe comunque uno schiaffo all’idea stessa di servizio pubblico».
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