Grillo è un personaggio discusso e discutibile per alcuni, indiscusso e indiscutibile per altri. Ed è questo, piaccia o dispiaccia, che conferma il suo carisma. Si è scatenata la bufera ai vertici del PD e tra i grillini, infatti. Chi liquida la faccenda come una boutade, chi alza scudi, chi esorta, chi si indigna: tutti in movimento, pro o contro, sconsolati, preoccupati, entusiasti, disgustati. Perché lui, Beppe Grillo, non è un topolino. Non è uno dei tanti papabili della vecchia logica. E’ un motore su di giri.
Urge una Sinistra, o un Centro Sinistra che dir si voglia, che esprima una possibile alternativa e non l’antiberlusconismo e basta. E quello che sconvolge è che un leader non sia nato spontaneamente in questi anni, dalla base. Insomma un leader per acclamazione popolare. Come se, appunto, la Sinistra avesse perso il contatto con il territorio e con la realtà. Come se fosse ripiegata su se stessa, alla disperata ricerca di perpetuarsi fuori dalle evoluzioni sociali, economiche, culturali con qualche sprovveduta alleanza e un mare di confusione e tensione. Non basta proclamarsi un Valore, occorre esserlo, nei fatti. E per questo servono concetti, programmi e parole che abbiano appeal concreto, tangibile. Il leader naturale sarebbe stato quello che rappresentava un percorso: dalla crisi alla rinascita.
Macché. Il partito sceglie gli uomini di apparato. E il dibattito interno è tra chi è meno radicato nella struttura arrugginita, tra chi ha un’immagine più moderna e chi ha meno legami con intralci vari. Poca roba, insomma. Questo insomma è un altro punto.
Io non disprezzo alcuno. Ma neanche acclamo. Mi tengo a distanza di sicurezza dalla politica: un po’ per disgusto, un po’ per incomprensione ecco. Però è evidente che il cammino non c’è stato. A noi manca una Rivoluzione civile, non mi stancherò di ripeterlo. E aspettiamo forse cali sempre dall’alto l’uomo giusto al posto e al tempo giusto. Tanto che cerchiamo un altro Berlusconi. Un Berlusconi di Sinistra. Oppure riscaldiamo la minestra e cerchiamo di farla apparire buona e fresca. Che barba, che noia! E che tristezza.
Beppe Grillo in campo rischia assai. Insomma se non raccoglie un plebiscito si brucia per i secoli a venire. Ma magari è questo che vuole, chissà. Scombinare i piani, smuovere le acque, dare la sveglia, scuotere l’aria. Lui non ha mai accarezzato con dolcezza il PD e lancia dal blog infatti l’idea di colmare un vuoto. D’altra parte le voci fuori dal coro non hanno peso. O sei dentro i meccanismi o resti una voce nel deserto. Si sarà turato il naso. O dovranno turarsi il naso per accoglierlo. Vedete voi. E questo è un altro punto.
Il popolo di Sinistra dov’è? Aspetta di conoscere i candidati alla segreteria del PD per valutare chi preferire o è in fermento? Ho un po’ paura. Temo che la sera sprofondi in poltrona e sbadigli sconsolato davanti all’ennesimo scontro tra sindacalisti, professionisti della politica ovvero gente che non ha mai lavorato, divoratori di ostie (con tutto il rispetto per le ostie, a far male è l’abuso ipocrita) e piccole stelle improvvisate.
Alla fine se è rassegnato ad essere rappresentato da qualcosa di diverso dalla propria voce può darsi che un Grillo per la testa saltelli. Dopo aver deposto falce e martello, effettivamente datati, è a caccia di nuovi simboli. Finalmente aderenti all’oggi. La rete, la parola diffusa, il movimento potrebbero essere una pista interessante…
2 commenti su “Perchè Beppe Grillo può dare una scossa al Pd”
I commenti sono chiusi.
che onore…!
:)
Forza Beppe! La sua non sarà una rivoluzione politica nel senso che questa immagino debba essere apartitica, ma con lui.. alla faccia di scegliere il meno peggio!! :-)
Peccato non possa candidarsi perchè si è iscritto dopo il 26 giugno (art. 9 statuto Pd).