Siamo due medici che operano da alcuni lustri alle Molinette ovvero «nel paesino di Sant’Ilario» dove (l’infermiera) Boccadirosa «mette l’amore sopra ogni cosa», come recita il testo della canzone di De André.
Abbiamo letto, sconcertati e stupiti, gli articoli pubblicati da La Stampa in merito alle sedicenti «escort» ospedaliere. Sconcertati perché amareggia il fatto che un’operatore sanitario di elevata professionalità si debba arrangiare, vendendo il proprio corpo, per arrotondare lo stipendio, stupiti perché, come nel paesino descritto dal cantautore genovese, le reazioni ufficiali siano state quelle classiche di chi vive in un luogo dove l’ipocrisia regna sovrana.
Ha ragione Gramellini quando afferma che l’Italia sia divisa in due fazioni, ipocriti e spudorati, con una curiosa inversione ideologica dei ruoli tra ex spudorati, convertiti all’ipocrisia, ed ex ipocriti, votati al baccanale. Ma ciò che colpisce la gran parte dei dipendenti, negli ultimi giorni affannati in una goliardica ricerca «on line» delle «colpevoli» e delle loro tariffe (extramoenia?), è la cosiddetta «caduta d’immagine» che ne conseguirebbe per il maggior nosocomio piemontese e per il suo personale.Siamo proprio sicuri che far l’amore per professione o, forse, solo per passione, sia più scandaloso di quanto emerge dalle cronache torinesi degli ultimi anni riferite al vecchio e glorioso ospedale subalpino? Siamo certi che tangenti a gogò, nepotismo sfrenato, concorsi truccati, guerriglie cardiochirurgiche, vendita di posti in specialità e in corso di laurea, carrierismo lottizzato, velleità gerontocratiche a spese dell’utente, affossamento di antiche scuole mediche, pazienti che fuggono all’estero o nelle regioni vicine scandalizzino meno di un’infermiera che «per un poco portò l’amore nel paese»?
Sta forse iniziando una nuova caccia alle streghe per distrarci dai seri ed enormi problemi che affliggono la sanità pubblica, in generale, e le Molinette, in particolare? Vogliamo utilizzare le «escort», cronico millenario malanno sociale, per chiudere gli occhi al cospetto di malattie acute devastanti che rischiano di stroncarci definitivamente?
Ecco perché ci dichiariamo pubblicamente solidali alla nostrana e misteriosa Boccadirosa e ci auguriamo che l’apparato non perda il suo tempo nel rincorrerla tra le alcove dell’ipocrita mondo dei finti perbenisti. Coraggio, Boccadirosa, resisti alle sirene che ti vogliono attrarre nel tragicomico teatro del gossip modaiolo scacciaproblemi! Oscar Wilde, che delle «pubbliche virtù» fu vittima sacrificale, scrisse: «Lo scandalo è un pettegolezzo reso noioso dalla moralità».