Indossate da miliardari, ma prodotte in una fabbrica dove le lavoratrici percepiscono un salario di 2 euro al giorno, lavorando in condizioni di totale sfruttamento. Scandalo sulle nuove casacche della nazionale di calcio inglese, svelato dal domenicale News of the World, che ha scoperto la fabbrica Pt Tuntex delle maglie, di marca Umbro, vendute al pubblico a 49 sterline l’una, a Tangerang (2 ore d’auto da Giakarta), circondata da filo spinato e da guardie armate.
All’interno – il giornale pubblica anche le foto – ci sono circa 2.000 ragazze che lavorano in condizioni durissime per 12 ore al giorno. Una racconta al domenicale: “Lavoriamo il massimo orario consentito perchè il salario base non è abbastanza per vivere e mantenere le nostre famiglie. Il lavoro è molto duro ma i posti buoni non si trovano facilmente”.
Secondo il giornale, i supervisori, che controllano costantemente le ragazze, hanno l’ordine di licenziare chiunque stia chiacchierando o usi il cellulare, per paura che possa scattare immagini della fabbrica, dove non c’è neanche l’aria condizionata, nonostante il caldo torrido. Apparentemente, nessuna delle lavoratrici è a conoscenza del prezzo al quale vengono vendute le magliette per le quali chi lavora in quella fabbrica riceve meno che una miseria.Le nuove casacche, ispirate (su input di Capello e Baldini) a quelle indossate dai campioni inglesi nel 1966, sono state presentate con grande enfasi dalla Federcalcio inglese e dalla Umbro, e sono state disegnate da Aitor Throup e dal sarto Charlie Allen di Savile Row, la strada-santuario della moda inglese.
1 commento su “Gli schiavi della Umbro e della nazionale UK”
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Che novità ……..