La Federazione nazionale della stampa ha comunicato i risultati dello scrutinio delle schede del referendum sul contratto nazionale di lavoro. I Sì sono stati 1.955 (59.7%), i no 1.319 (40.3%). I votanti sono stati 3.329, appena il 9.8% degli aventi diritto.
«Il lavoro del sindacato va avanti, la categoria è più forte» ha detto Franco Siddi, segretario nazionale della Fnsi, dopo l’esito del referendum .
«E’ una sconfitta per tutti» è invece la valutazione dei comitati di redazione del Corriere della Sera, della Stampa, del Messaggero, della Nazione, del Giorno e dell’Adige, che hanno dato vita ai “giornalisti del no”. «Per la nostra categoria, innanzitutto – spiegano i cdr in una nota – che si ritrova con un contratto che dà mano libera agli editori, interpreta la flessibilità in modo selvaggio, indebolisce le rappresentanze sindacali, favorisce centinaia di pensionamenti anticipati senza creare nuovi posti di lavoro e mortifica le retribuzioni dei giornalisti. Per la Fnsi che, nonostante gli appelli ed una campagna martellante per il sì, giunta a utilizzare persino gli sms a spese dell’intera categoria, è riuscita a portare al voto poco più di 3.000 colleghi, il 10% degli aventi diritto, imponendo il voto su un contratto già in vigore, e non su un’ipotesi di accordo, come impegnava il mandato congressuale».