Lo si sospettava da tempo, ma ora uno studio scientifico lo ha confermato: la varietà dell’ offerta di informazione sui siti web è molto lontana dall’ essere abbondante quanto ci si poteva immaginare. E, peggio ancora, questa offerta è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’: i siti di informazione diffondono la stessa notizia nello stesso momento, con una concentrazione estrema della produzione su un piccolo numero di argomenti che dominano completamente la scena.
…Il risultato è senza appello: l’ informazione online è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’. In altre parole i siti di informazione trattano gli stessi argomenti, nello stesso tempo, allo stesso modo e la varietà di quegli argomenti è estremamente ridotta. Narvic lo definisce ‘’il regno delle notizie di agenzia a raffica’’.
La distribuzione dei risultati risponde grosso modo al principio di Pareto: l’ 80% degli articoli si concentrano sul 20% degli argomenti, l’ 80% degli argomenti vengono affrontati dal restante 20% degli articoli, spesso da un solo articolo (e quindi una sola fonte). Il ricorrere dell’ uso delle stesse formulazioni n diversi articoli che trattano lo stesso argomento, mostrache si tratta in reatà delle stesse notizie di agenzia, poco o nulla riscritte.
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Alla resa dei conti, si verifica l’ effetto ‘’coda lunga’’? L’ estrema concentrazione della produzione di informazione su un piccolissimo numero di argomenti ultradominanti è compensata da una estrema varietà a argomenti trattati nella coda lunga? In realtà affatto: la coda è troppo corta e molto meno densa in rapporto al modello immaginario. L’ informazione ridondante e stereotipata domina su internet.
I ricercatori avanzano diverse spiegazioni, di metodo e di fondo. Il campione di fonti considerato sottostima la produzione delle webzine e dei blog, che pubblicano meno e non quotidianamente. Al fondo, la natura effimera dell’ attualità, che deperisce velocemente, non permetterebbe di ritrovare gli effetti da ‘’coda lunga’’ che si ritrova nella musica e nella letteratura (a meno, ma – dice Narvic – è una ipotesi personale, di non considerare anche la funzione di consultazione successiva degli archivi delle varie fonti, csa che richiederebbe un approccio alla questione del consumo dell’ informazion e e non solo al momento della produzioned. Vedi in basso).
Più in profondità, i ricercatori avanzano una spiegazione che – ricorda Narvic – è stata varie volte affrontata sul suo blog: le condizioni economiche della produzione dell’ informazione su questi siti (e che anche noi di Lsdi avevamo riportato, vedi ‘’I giornalisti online, operai specializzati dell’ informazione’’).
Le ricerche recenti sulla condizione della produzione nelle redazioni online mostrano una forte tendenza a un aumento della produttività (Estienne, 2007 , ad esempio). Il giornalismo online mostra una tendenza a privilegiare la riscrittura e la riupubblicazione di contenuti esistenti a scapito del lavoro di cronaca originale. Un elemento dello studio che stiamo analizzando che conferma questa tendenza è il fatto che le fonti più ridondanti di questo campione sono i portali che non hanno nessun giornalista in redazione, i quotidiani gratuiti con piccole redazioni o le radio e le tv, che hanno una produzione limitata di contenuti testuali. Possiamo dedurne che le condizioni particolari di ciascun sito di informazione online hanno un impatto maggiore sulla varietà dei loro contenuti.
In altre parole: la varietà e la diversità dell’ informazione proposta sono proporzionali al numero di giornalisti che vengono impiegati. Anche se – e i ricercatori riconoscono che dovranno fare altre ricerche per stabilirlo – quello che resta determinante è il rapporto fra la varietà dell’ offerta e la realtà del consumo di informazione da parte degli internauti.
I dati di cui disponiamo in questo campo non sono del tutto incoraggianti: l’ audience dei siti ‘’senza giornalisti’’, dei puri ‘’notizie di agenzia sparate a raffica’’, domina largamente quella dei siti di testate che dispongono di giornalisti e offrono una informazione più originale e più diversificata. Dobbiamo concludere che on line la qualità non paga? O piuttosto che la domanda maggioritaria di informazione da parte degli internauti si concentra proprio sul tipo di informazione proposta da questi siti ‘’notizie di agenzia sparate a raffica’’? Perché forse questa informazione gli basta? Perché fanno resistenza alle altre forme di informazione prodotte dai giornalisti? Sarebbe una pessima notizia per il giornalismo….