Auguroni ai granata di ritornare presto in serie A, peggio di quest’anno è difficile
Via Antonio Cracas
Meno male che è finita. Vedere giocare il Toro quest’anno era soltanto una noia. Sarebbe superfluo elencare adesso le colpe di questo o di quello. Il Torino non è retrocesso contro la Roma, era retrocesso già da tempo. Oggi si sperava soltanto in un altro miracolo, ma i miracoli non arrivano per caso o su comando.
Per quanto mi riguarda, questo «torello» merita davvero la serie B: per progetto, gioco e carattere. Ed è bene, fin da subito, rendersi conto che non sarà facile tornare in A.
La dirigenza dovrà essere onesta verso i tifosi, senza facili proclami, rinvii, illusioni. Perché, come si è visto, prima o poi, i nodi vengono al pettine. I tifosi del Toro hanno sempre saputo che con l’attuale presidenza non si sarebbe potuto competere con le grandi «sorelle»: Inter, Milan e Juventus. Ai tifosi sarebbe bastata una squadra dignitosa, da metà classifica, con tanto orgoglio, grazie ad un progetto serio a lungo termine. Invece i granata hanno persino perso la loro storica prerogativa: la grinta, il carattere, «il tremendismo».