Via Il Barbiere della Sera (su Kaizenology con i commenti)
In tutto il mondo i giornali vanno online, le loro versioni cartacee sono destinate a sparire. Non è solo una questione di forma ma anche, e soprattutto, di sostanza. La rete permette aggiornamenti continui, dibattiti, interazioni ecc ecc. La “sicurezza” dell’informazione poi non ha nulla a che fare con la carta. Il New York Times, il Washington Post, il Wall Street Journal (per rimanere sul “classico”) hanno la stessa attendibilità sia che siano concreti, sia che siano virtuali.
…
Non è così, naturalmente, i soldi statali salvano il culo a tutti. La situazione è comunque critica, ma a farne le spese sono i veri giornalisti, che di solito non sono nemmeno iscritti alla loggia, ops intendevo l‘ordine, dei giornalisti. Al limite sono pubblicisti e cioè pagano le tasse e i contributi ma non hanno praticamente nessun vantaggio. Sono loro che tengono in piedi le redazioni, con la pioggia e con il vento. Sottopagati, sfruttati, presi a calci e scaricati quando la barca fa acqua perché senza contratto. Eppure senza di loro i giornali non potrebbero nemmeno andare in edicola. Sono loro i giornali.
…
Da sette anni mi barcameno tra un periodico e l’altro. Prima o poi qualcosa è andato a puttane. Si sono salvati sempre tutti, tranne quelli che fanno il grosso del lavoro, i precari del giornalismo (su cui bisognerebbe aprire un lungo e feroce post a parte, anche solo per descrivere la modalità di accesso al “titolo” di giornalista). L’ultima bordata è arrivata, pochi giorni fa. Con un preavviso degno di quello di uno stupratore che avverte la sua vittima. Mi/ci è arrivata questa mail relativa alla mia attività giornalistica in Panorama.it. la versione online del magazine più noto del paese:
“carissimi, ecco la mail che non avrei mai voluto scrivere: dal 1° giugno chiudono il sito di Panorama. l’azienda ha comunicato oggi ai nostri fiduciari sindacali che le news online non portano pubblicità, quindi niente soldi. e quindi il sito verrà trasformato in un non meglio identificato portale “maschile”, con direttore responsabile Marco Mazzei sotto la gestione della mondadori digital publishing (la società che cura tutti i siti mondadori) […] vi ringrazio per tutta la passione che ci avete sempre messo.”
Grazie al cazzo è la risposta che è balenata nella mente, ci scommetterei, di tutti i colleghi. Ma se la crisi non esiste, come è che Mondadori, “l’azienda del Governo”, chiude Panorama.it?
Ma forse hanno ragione loro, la crisi non esiste, se no per quale motivo chiudere un portale che nel bene e nel male, si è occupato di politica, economia, cultura, tecnologia ecc. ecc. in favore di un non meglio identificato portale dedicato agli addominali in sette minuti e a “farla impazzire a letto”? Nel frattempo, loro, gli addominali se li sono fatti a forza di mettercelo nel culo. Certo, non sono proprio impazzito.
UPDATE: Marco Mazzei precisa sul sito del Barbiere della Sera
Ciao, io non rispondo per Mondadori, ma visto che in qualche modo sono chiamato in causa provo a dare qualche informazione più precisa. Mondadori non chiude il sito di Panorama, ma lavora a un nuovo progetto (sottolineo: nuovo-progetto); i “portali” (portali? nel 2009?) maschili non sono necessariamente dedicati agli addominali e a farla impazzire a letto (e comunque i giornalisti di testate che si occupano di questi argomenti saranno contenti di registrare il sincero apprezzamento dell’autore del post). Mi piacerebbe aggiungere che tutti (quelli che mandano le email e quelli che le ricevono) dovrebbero forse essere un po’ più lucidi nell’analizzare le situazioni, perché non basta leggere Internazionale ogni tanto per cercare di capire che cosa succede nel mondo dell’informazione digitale. Ciao, Marco Mazzei (per chi mi conosce: per favore mandatemi un bigino su come si può farla impazzire a letto!)
UPDATE 2: Sempre BDS riporta il comunicato del CDR di Panorama
Vittorio però scusami prima di dare spazio a una notizia del genere non potevi almeno chiedermi una conferma? Capisco che qualcuno possa essere seccato, ma da qui ad accettare di dare spazio alla tesi in base alla quale io diventerei poi il direttore di una schifezza fatta tutta di addominali e donne nude (non che ci sarebbe nulla di male, beninteso), ecco mi sembra davvero un po’ troppo. Le cose NON stanno così e quando si parla di giornalismo bisognerebbe prima di tutto fare qualche verifica. Scusa la franchezza. Ciao, Marco
Caro Marco
Hai perfettamente ragione: ho sbagliato a pubblicare la vicenda senza prima interpellarti. Mi eri ovviamente venuto in mente leggendo e citando il post. La notizia era del “cambio di linea editoriale” di Panorama.it, io non avendo nessuna altra notizia ho citato il post in questione anche in parti “folcroristiche”. Puoi raccontarci, per quello che ti impone una possibile riservatezza, che succederà a Panorama.it oltre a quello che hai precisato in rete ?
Per quanto possano servirti: scusami per l’errore … L’esperienza personali e di comuni amici mi insegna che puoi essere considerato uno dei giornalisti più corretti, seri e onesti in rete.
A parziale scusante mia il febbrone da cavallo che mi chiude in una casa torrida e abbassa livello critico e riflessi
Adesso non posso, ho un corso su “come farla impazzire a letto”. Scherzo. Mi faccio vivo nei prossimi giorni. Scusa se sono stato un po’ aggressivo, ma quel post originale mi ha davvero innervosito, tutto un calderone di temi senza capo né coda. A presto. M.
Scusami tu, sono stato un po ‘ troppo “easy”
A fra qualche giorno quando la mia febbre cavallina sia passata e sia un po’ meno rinco
VP