L’Atlantide del giornalismo digitale

Siamo in una fase di grande transizione fra un presente che non è ancora compiuto, un passato che si sta consumando e un futuro radicalmente diverso.
Parliamo dell’informazione e del giornalismo.
Le fasi di transizione non sono per definizione momenti di tranquillità e di raziocinio, ma di turbinio e di modificazioni in corso d’opera.

Il rischio che si stava correndo nel recente passato era la perdita di una generazione di giornalisti, usiamo il termine classico che li descrive, già apolide, che poteva diventare definitivamente perduta. 

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Wired che ?

Un paginone del Sole 24 Ore e una locandina in edicola annunciano che è uscito il secondo numero di Wired Italia. Dopo la curiosità per il primo numero pare che l’attenzione sia calata di molto. Gli abbonati (alla versione praticamente free press) attendono …

Street View di Google invade l’Italia

A cinque mesi dal lancio in Italia, Street View aggiunge altre 14 città a Milano, Firenze, Roma e alla zona del Lago di Como già coperte dal servizio che è da oggi disponibile anche per Udine, Genova, Torino, Parma, Bologna, Arezzo, Livorno, Perugia, Bari, L’Aquila, Napoli e la Costiera Amalfitana, Reggio Calabria, Catania e Cagliari. … Leggi tutto

La solita vecchia, insopportabile e ipocrita Torino

Bruno Babando su La stampa

Non sono amico di Giuliano Soria. Anzi, allorché nel 2007, in uno dei miei libri semiclandestini (almeno per l’establishment), descrissi l’opacità del sistema che governava il Grinzane Cavour, il caudillo del Monferrato in una telefonata mi sommerse di improperi e minacciò fuoco e fiamme (leggi carte bollate e querele).
Tutto si risolse con la cancellazione della presentazione di Torino, provincia di Milano (così s’intitola il sapido pamphlet) per “sopraggiunta indisponibilità dei relatori”, alcuni dei quali, oggi, sono in prima fila a stracciarsi le vesti, indignati e scandalizzati. Per quanto riguarda l’appuntamento in tribunale, sono ancora qui che aspetto. Non amico, quindi, e neppure garantista tout court.

Giacché ritengo che chiunque rivesta un ruolo pubblico, o vi aspiri, non possa essere neppure sfiorato dal semplice sospetto di un comportamento illecito, come la proverbiale moglie di Cesare.
Eppure, fatta questa premessa, chiedo a gran voce la scarcerazione di Soria. Non entro nel merito delle imputazioni che gli vengono contestate: spetta alla magistratura accertare se e come egli abbia realmente compiuto malversazioni e sottoposto ad angherie i suoi collaboratori. Mi limito a considerare perlomeno risibile che un giovanottone di quasi trent’anni, mauriziano o villico che sia, abbia anche solo per un attimo rischiato di mettere a repentaglio la propria supposta verginità a causa delle attenzioni morbose di un attempato professore che, nottetempo, si infilava tra le lenzuola del suo lettino. Né, francamente, mi convincono le ricostruzioni di una serqua di dipendenti vessati senza che ciò abbia mai provocato la loro benché minima reazione.

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Working Capital Camp a Catania

Telecom Italia sponsorizza la realizzazione di cinque barcamp e una start up competition per discutere di innovazione e creazione di impresa e per conoscere nuove idee imprenditoriali e progetti di ricerca di cui possa diventare partner. Il primo dei Barcamp si svolgerà a Catania il 29 aprile. A seguire gli altri eventi Techgarage, 22 maggio … Leggi tutto

Festa della Matematica sesta edizione

Via Agora Torino Valley Venerdì 20 marzo 2009 si svolgerà presso i locali dell’8 Gallery, in via Nizza 230, al 1° piano, la 6° edizione della Festa della Matematica, il grande evento per gli appassionati dei numeri e della logica, che riunisce esperti dell’ambito e dilettanti. Ideatrice e promotrice della gara è l’associazione Subalpina Mathesis, … Leggi tutto

Il giornale non è la sua carta. Il giornalista non è il pesce incartato.

Una puntuale anlisi dello stato delle cose dei giornali di Luca De Biase

Varrebbe la pena di chiarire che si dovrebbe distinguere il destino dei giornali e quello dei giornalisti. È sbagliato definire i giornalisti come la categoria delle persone che scrivono i giornali (essendo i giornali tautologicamente quelle cose che sono scritte dai giornalisti…). E sebbene quella sia stata la definizione adottata dall’Ordine, non pare più molto azzeccata. Forse si potrebbe proporre l’idea di giornalisti come professionisti impegnati nella produzione di informazione per il pubblico con un metodo di ricerca empirico e trasparente (informazione, non comunicazione). In quel caso il loro destino non sarebbe necessariamente quello di seguire la sorte dei giornali. I giornali, invece, sono i prodotti di un’industria editoriale molto importante che a sua volta non vive solo del lavoro dei giornalisti, ma anche di quello delle concessionarie di pubblicità, di sostegno pubblico, di collaterali e altro.

Ho l’impressione che in una crisi come questa tutto diventi più semplice da capire. Se una cosa serve e viene fatta bene resiste di più di una cosa che non serve e viene fatta male. E questo vale anche per i giornali e per il lavoro dei giornalisti.

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Perchè il Sole può diventare Blu (Big)

IBM pare arrivata a pochi passi dall’acquisizione di Sun (via Cnet)

The time is now. IBM is a software and services company, but it needs hardware, which would be roughly a third of revenue with Sun, to sell its other offerings. Hardware is often the entry point for IBM’s software and services. With a stronger hardware business it can fend off HP in the marketplace.

Sun is a powerhouse in Unix, which is still a key platform, but isn’t exactly gaining in the market these days. IBM could acquire Sun and establish two key beachheads: Linux and Unix. The former will ultimately take over for the latter in the data center. IBM can play both and sell you the services to migrate while it’s at it. Bonus for Big Blue: Sun would enable it to pressure HP’s Unix-based businesses too. One problem: IBM sells AIX Unix servers. Sun sells Solaris (hat tip to a reader pointing that out).

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Sulla lapide dei giornali

Enrico Franceschini su Repubblica

Il necrologio è sormontato da due date: 1764-2009. “Dopo una lunga battaglia con pubblicità in declino, età anagrafica dei lettori troppo avanzata, concorrenza di Internet, sconsiderati livelli di indebitamento, costi inflessibili, ambizioni esagerate e crisi di nervi, l’industria dei giornali è passata a miglior vita”, annuncia il testo. Humour nero, specie se stampato su un giornale: il Financial Times, che ieri ha aperto a questo modo un’inchiesta sulla crisi dell’informazione quotidiana. Dal New York Times alle gazzette di provincia, la carta stampata è in declino: alla sua crisi strutturale, provocata dall’avvento del web, si è aggiunta la mazzata della crisi ciclica, la peggiore recessione economica a memoria d’uomo. Negli Stati Uniti, grandi giornali vanno in bancarotta uno dopo l’altro; ovunque, tutti perdono copie e profitti, e cercano di sopravvivere riducendo le spese.

Eppure la stampa quotidiana non ha mai avuto tanti lettori come oggi: grazie alle edizioni online, che tuttavia nella maggior parte dei casi sono gratuite e generano entrate pubblicitarie ancora troppo basse. “Dacci oggi il nostro giornale quotidiano”, continuano a dire i cittadini del mondo, però si sono abituati a leggerlo sullo schermo di un computer o di un telefonino, senza sborsare un soldo.

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