Di ritorno da Venice Sessions frullano nella mente dei piccoli pensieri. L’esperienza è stata decisamente buona. Il pensatoio proposto da Telecom Italia si è dimostrato uno strumento utile e ben organizzato per pensare un po’ in maniera sensata al futuro. Ottima organizzazione, relatori mediamente di grande interesse, ogni tanto qualche scarica di sbadigli e stiracchiamenti, controbilanciati da momenti scoppiettanti. Ragionevole interazione a due vie fra gli spettatori decisamente non passivi degli eventi in corso.
Fra i presenti c’era anche un manipolo di blogger, tra cui l’indebito presente. Oddio, la categoria tassonomica di blogger è una forzatura di categorizzazione. L’essere blogger non è un mestiere, salvo per pochissimi: 2 o 3. E’ più decisamente un modo di pensare e di interagire con le cose del mondo: uno stile di vita di persone che nella vita divaccano facendo altro. Quasi volersi considerare dei piccoli Lifehacker esistenziali comntinui e recidivi. Certo che lavorare nella comunicazione aiuta il blogger: conosciamo pochi blogger noti che nella vita facciano gli odontoiatri o i tranvieri.
La squadra di blogger è però riuscita a detta di molti a diventare protagonista condivisa della giornata veneziana. Grazie al wireless pervasivo del Future Centre i blogger hanno trasferito in rete quasi in tempo reale contenuti, commenti, immagini, video, commenti, suggerimenti, battute della giornata trascinandosi dietro altri presenti non necessariamente abbonati della blogosfera che si sono fatti trascinare nel gioco di rete. E così fra un aggiornamento di blog, un dibattito su FriendFeed, un liveblogging al volo, quattro foto su flickr, si dicuteva e si coinvolgeva presenti in corpo e in remoto.
Segno dei tempi e delle evoluzioni ? Sicuramente sì. Segno del fatto che tarando correttamente ma non necessariamente in maniera prededfinita gli ingredienti della comunicazione in rete se ne possono vedere di belle. E che nel loro piccolo i lifehacker – blogger possono aiutare a Obamianamente fare un po di “Change”. Niente voli pindarici eccessivi. Solo mettere a disposizione di chi sta intorno il loro modo di essere.
E per dare il proprio tocco di hacking esistenziale riprendiamo qualche idea proposta in corso d’opera. Si potrebbe votare e commentare in tempo reale (like- not like ?) gli interventi degli oratori, proiettando direttamente parole e votazioni alle loro spalle. Come al Lift di Ginevra gli uditori possono anche proporre loro quesiti in tempo reale che possono essere votati con un sistema Digg like. Visto che c’era molto humor in sala perché non parlare dell’umorismo in futuro. Ce ne sarebbe bisogno.
Arrivederci, se capita, a Venezia.