Il denaro e i blog

Daniel Lyons via Newsweek

For two years I was obsessed with trying to turn a blog into a business. I posted 10 or 20 items a day to my site, The Secret Diary of Steve Jobs, rarely taking a break. I blogged from cabs, using my BlackBerry. I blogged in the middle of the night, having awakened with an idea. I rationalized this insane behavior by telling myself that at the end of this rainbow I would find a huge pot of gold. But reality kept interfering with this fantasy. My first epiphany occurred in August 2007, when The New York Times ran a story revealing my identity, which until then I’d kept secret. On that day more than 500,000 people hit my site—by far the biggest day I’d ever had—and through Google’s AdSense program I earned about a hundred bucks. Over the course of that entire month, in which my site was visited by 1.5 million people, I earned a whopping total of $1,039.81. Soon after this I struck an advertising deal that paid better wages. But I never made enough to quit my day job. Eventually I shut down—not for financial reasons, but because Steve Jobs appeared to be in poor health. I walked away feeling burned out and weighing 20 pounds more than when I started. I also came away with a sneaking suspicion that while blogs can do many wonderful things, generating huge amounts of money isn’t one of them.

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Finalmente la pace di Eluana

Eluana Englaro è morta alle 20.10 nella clinica La Quiete di Udine, dove era arrivata all’alba del 3 febbraio. Evidemente il buon Dio e Eluana stessa ne hanno avute le tasche piene delle polemiche e delle strumentalizzazioni in questi anni. Ora i politici italiani possono farsi battaglie inutili per un po’ e poi pensare a … Leggi tutto

L’Italia irrazional popolare

Una spettacolare puntata di Melog 2.0 dedicata all’irrazional popolare italiano, tutta da ascoltare per capire i falsi miti di casa nostra. Un’Italia dove la tecnologia è la nuova teologia, la famiglia è tutto, le città sono centri di ragionata follia e quelli commerciali un reality urbanistico. Una terra popolata da supereroi senza qualità. Da noi … Leggi tutto

Quotidiani no-profit?

Via LSDI

Apparentemente, nel prossimo futuro vi saranno due tipologie di quotidiani no-profit: quelli che lo sono per scelta, e quelli che lo sono per forza. Da quando nel 2005 ho lasciato il Washington Post – dopo 25 anni in cui ho fatto anche parte del management – e, in particolar modo, da quando mi sono accostato al mondo del no-profit attraverso la New America Foundation e ho iniziato ad imparare gli aspetti manageriali e di raccolta fondi presso le organizzazioni no-profit, ho coltivato questa idea: il Post avrebbe potuto mantenere la vitalità necessaria a svolgere con successo il proprio ruolo di cane da guardia sul sistema costituzionale americano solo trasformandosi in un Fondazione no-profit e raccogliendo donazioni a supporto della redazione, come avviene per le università. Ora David Swensen, responsabile degli investimenti a Yale, e Michael Schmidt, analista finanziario, hanno avanzato una proposta simile.

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Storie di poteri apparenti

Barbara Spinelli su Lastampa.it Dopo essersi rivelato impotente di fronte al mondo – impotente al punto di «piegarsi» sulla questione lefebvriana – è come se il Vaticano si prendesse una rivincita locale in Italia, esibendo una forza che tuttavia è più apparente che reale. È apparente perché le questioni morali poste dalla Chiesa sono usate … Leggi tutto

Binario morto

E’ partito Binario morto il blog ferroviario di servizio dedicato a ferrovie e pendolari di Fiorenzo Panero. La settimana inizia con una lettera aperta all’AD di Ferrovie dello Stato. Caro Mauro Moretti, le scriviamo perché la nostra pazienza ha ornai raggiunto il limite di non ritorno. Questa mattina il treno che da Cuneo ci porta … Leggi tutto

Il complessino di Torino

via Torino Valley blog Dall’intervista al Direttore de La Stampa Giulio Anselmi su ExtraTorino Secondo lei chi è che a Torino ha la bacchetta di direttore d’orchestra ? La Fiat non più, ma nemmeno il Comune, che è stato uno dei motori della diversificazione … Non vedo un direttore d’orchestra, vedo un complessino. Composto da … Leggi tutto

L’Italia che consuma informatica, ma non la produce

Durante la parte finale della presentazione torinese del libro di MCC e di Franco Giacobazzi si accennava al solito alla nota e notoria arretratezza delle risorse ict e di rete delle Pmi e non solo in Italia. Il problema ha radici antiche storiche e culturali, ma le sue cause prime sono legate all’oggettiva arretratezza dell’informatica … Leggi tutto