Via Blogs4biz
La notizia di oggi è che Facebook ha cestinato i nuovi termini di utilizzo (TOS) pubblicati due settimane fa e ripristinato in tutta fretta quelli precedenti. Per capire cosa stia accadendo è tuttavia necessario fare un passo indietro: pochi giorni fa il management di Facebook aveva deciso di cambiare i TOS che disciplinano presenza e azioni sul social network di (al momento) 175 milioni di utenti. Subito dopo scriveva Mantellini:
Facebook ha recentemente variato leggermente i suoi Terms of service. Nulla di importante, la nuova versione dice semplicemente che tutto ciò che tu caricherai sui suoi server sarà da Facebook vita natural durante utilizzabile, anche quando tu, eventualmente, chiuderai l’account.
La reazione degli utenti è stata immediata, netta e planetaria: le nuove TOS non ’s hanno da fare. Se uno chiude il proprio account su FB, tutto ciò che lo riguarda deve sparire.
Fosse stata un’azienda “tradizionale”, la cosa sarebbe andata avanti con il management chiuso dietro il solito, ostinato mutismo. Ma il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, dall’alto dei suoi 25 anni, rappresenta un modo nuovo e diverso di pensare il rapporto con l’utenza e, proprio per questo motivo, possiede un corporate blog. Dalle stesse pagine attraverso cui in passato aveva affrontato un’altra “crisi”, Mark difende il nuovo TOS:When a person shares something like a message with a friend, two copies of that information are created—one in the person’s sent messages box and the other in their friend’s inbox. Even if the person deactivates their account, their friend still has a copy of that message. We think this is the right way for Facebook to work, and it is consistent with how other services like email work. One of the reasons we updated our terms was to make this more clear.
Insomma, per Zuckerberg il nuovo TOS serve a disciplinare la persistenza dei nostri dati negli account e nei profili dei nostri contatti, anche a causa di alcune difficoltà tecniche descritte in maniera poco convincente più avanti nel post.
Schematizzando, l’azienda cambia le regole che disciplinano i suoi rapporti con l’utenza, l’utenza non gradisce e il CEO risponde in prima persona motivando le scelte contestate. Diciamo che già questo, per un paese come il nostro, corrisponde alla pura fantascienza.
Cosa è succersso dopo è presto detto: per nulla convinta dalla spiegazione, l’utenza porta avanti la protesta e il CEO, preso atto della situazione, ritira la modifica del TOS. Scrive oggi Zuckenberg senza tanti giri di parole:
“Over the past few days, we have received a lot of feedback about the new terms we posted two weeks ago. Because of this response, we have decided to return to our previous Terms of Use while we resolve the issues that people have raised.”
Non esattamente una resa (anzi più che altro un diplomatico temporeggiare), ma anche e soprattutto il frutto di una conversazione diretta, schietta e condotta sotto gli occhi di tutti.
Un nuovo modo di intendere il rapporto con gli utenti-clienti che, più di qualsiasi servizio, strumento e gadget tecnologico, incarna e finalmente capitalizza nel business il messaggio rivoluzionario insito nel cosiddetto “web 2.0?.