La multa da 500 mila euro dell’antitrust a Tim e Vodafone per modifica unilaterale e sistematica dei piani tariffari senza fornire adeguate informative al consumatore è servita a stimmatizzare il comportamento non corretto dei due operatori telefonici mobili che hanno operato al di fuori delle normative vigenti.
Ma della multa agli operatori i consumatori non se ne fanno nulla nel loro privato, nel senso che paradossalmente, ma neppure tanto, Tim e Vodafone possono aver guadagnato molto di più dalla loro azione rispetto alla sanzione ricevuta. E i consumatori come possono riavere i soldi persi per le modifiche delle loro tariffe ?
In Italia non esiste purtroppo ancora una legge, come nei paesi evoluti, sulla class action oovero di una azione congiunta e coerente di tutti i consumatori che sono lesi dagli atti di una azienda. Per il momento bisogna darsi un po’ al “fai da te”. Esistono due azioni legali da intrapprendere secondo l’attuale normativa
La prima è il tentativo di conciliazione obbligatoria presso il Corecom su cui abbiamo recentemente pubblicato una guida.
Passati i 30 giorni dal tentativo di conciliazione obbligatoria al Corecom e se il Corecom non ha provveduto a fissarvi una udienza potete rivolgervi direttamente alla Cancelleria del Giudice di Pace presso gli Uffici Giudiziari di competenza.Conviene presentarsi personalmente alla Cancelleria con almeno un paio di copie dettagliate di tutta la documentazione allegando anche quella relativa alla richiesta di conciliazione obbligatoria al Corecom. A questo punto il giudice di Pace fisserà una udienza.
Il percorso giuridico a questo punto si sdoppia. In un caso come presumibilmente quello dei rimborsi dagli operatori telefonici conviene tentare una conciliazione in cui il giudice di Pace cerca di trovare una soluzione sensata e “pacifica” fra le parti. Normalmente la procedura di conciliazione non prevede l’assistenza di un legale. Il procedimento può però diventare laborioso se ad esempio la controparte non si presenta o se non si trova un accordo.
Se si trova un accordo la sentenza del Giudice di Pace diventa esecutiva e le parti sono legalmente vincolate a rispettarlo. Se invece non si trova un accordo si passa per forza all’apertura di un contenzioso.
Il contenzioso è una vera e propria causa giuridica a cui le parti devono presentarsi obbligatoriamente. La conclusione del procedimento di contenzioso del Giudice di Pace è anche in questo caso una sentenza a cui le parti sono obbligate a sottostare, salvo presentare appello.
Se il valore economico del contenzioso non supera i 516 euro e si dispone delle competenze tecniche per gestire la causa si può procedere senza avvocato. In altro caso sarà il giudice a valutare se autorizzare o meno ad agire senza un legale. Il rischio è che se la sentenza è avversa vengano addebitate le spese legali del processo.