Della manipolazione dell’informazione

Via Bernardo Parrella

Tra le varie ricadute della drammatica vicenda di Eluana Englaro, va segnalato quanto avvenuto con un sondaggio del Corriere.it sul decreto legge proposto dal governo venerdi sera: dopo andamenti in linea con analoghi poll, nella nottata si sono avuti voti e incrementi del tutto inconsueti: “A quel punto, sospettando che i valori non rispecchiassero più un andamento spontaneo, abbiamo tolto il sondaggio dalla home”, spiega giustamente Marco Pratellesi. Cos’era successo? Semplice: grazie a qualche programmino, qualcuno continuava a pulire la cache del browser e votare decine di volte al secondo. Tutt’altro che trascendentale, per quanto sconsiderato. Un po’ come spam o identity theft, o lo scippo veloce per strada. Comportamenti disdicevoli, ma con cui ci tocca fare i conti ogni giorno. Pur se ovviamente alcuni aggiustamenti tecnici, nello specifico, possono garantire maggior sicurezza.

Peccato che alcuni dei numerosi commenti a tali spiegazioni di Pratellesi, lanciandosi in accuse a destra e a manca, non sembrino (voler) cogliere questi aspetti tipici del mondo online. Come altrettanto tipici, e anzi ancor più pilastri della Rete, sono il ricorso a quella trasparenza e attenzione collettiva che consentono di cogliere al volo certi abusi, porvi rimedio e trasferire altrove la discussione o trovare altre soluzioni.

Nel senso che mi pare eccessivo parlare qui di “vera e propria manipolazione dell’informazione”, come suggerisce David Osimo. Spetta cioè a giornalisti e utenti tutti ribadire la validità puramente nominale dei sondaggi nonchè vigilare su potenziali impicci o abusi – onde prevenire potenziali equivoci o manipolazioni, appunto. Il punto semmai è che in Italia scarseggia la “Net literacy”, si perde poco tempo a seguire i dettagli (non solo online), media e politici fanno presto a strombazzare certi numeri – insomma, la cronica scarsità di cultura socio-politica vieppiù nel digitale.