Si parlava nei giorni scorsi del fatto che L’Italia dell’eccellenza informatica è stata uccisa a suo tempo. Ecco il racconto dell’esempio più classico
Il “programma 101”, cioè il primo mini-computer del mondo, ed il primo grande calcolatore europeo Elea sono due esempi di una storia grande, nata e vissuta dalla Olivetti. La scomparsa di Adriano Olivetti nel 1960 bloccò il sogno elettronico italiano, scrive oggi Mario Pirani su “Repubblica”: “Si consumò allora la grande illusione del figlio Roberto (1928-1985), un genio misconosciuto dell’industria innovativa” che invano si batté a favore dell’elettronica.
È una vicenda nota. Pirani la ripropone come esempio simbolico della miopia dell’aristocrazia dell’imprenditoria nazionale e del nostro mondo bancario. Da loro venne l’obbligo di chiudere la divisione elettronica, “buona tutt’al più per fare giocattoli”.
Da qualche parte conservo altri ritagli su questa vicenda. Ne parlo sempre quando si discorre con qualcuno delle magnifiche sorti e progressive del Bel Paese. Avremmo potuto avere un diverso destino economico, con altre teste alla guida del baraccone. Ne sono convinto. Siamo invece rimasti la periferia di un impero che ha cambiato volto in fretta, e ha per un certo periodo premiato i furbi. Questi furbi hanno delocalizzato dal Nord-est italico nell’Est europeo. Poi hanno cominciato ad odiare quei cittadini dell’Est europeo che giungevano nel loro Nord-est.