Gianluca Paolucci su Lastampa.it
Alla Siemens pagavano tutti, con tutto, in tutti i modi. Solo per il filone americano, la società ha accettato due settimane fa di pagare 800 milioni di dollari, 20 volte la multa più elevata mai comminata ad una società straniera per aver violato le leggi Usa. Il sistema Siemens inizia a mostrare crepe nel 2003. Quell’anno emergono da un rapporto interno la corruzione di funzionari governativi in Nigeria per la fornitura di sistemi di comunicazione al paese africano e scoppia, in Italia, lo scandalo Enelpower. In Nigeria, i solerti funzionari di Siemens avevano corrotto un po’ tutti, fino al presidente e al vicepresidente, ai quali verranno anche regalati orologi per oltre 170 mila euro. Briciole, rispetto alle consulenze pagate ad una società americana della moglie del vicepresidente per lavori mai svolti, almeno 2,8 milioni di euro. Per Enelpower, la vicenda è nota. Se n’è occupata a lungo la procura di Milano, che ha trovato i pagamenti fatti a Montecarlo a due ex manager del gruppo elettrico italiano per comprare turbine Siemens da montare nelle centrali progettate all’estero da Enelpower. Le crepe non bastano però per fermare il sistema. I manager coinvolti vengono prepensionati, e uno riceve anche 1,8 milioni di euro di benefit quando lascia la società.