Via Zeusnews
La banda larga di Telecom Italia è il titolo di una pubblicazione divertente, anzi tragicomica visto l’argomento, quanto seriamente documentata dedicata alla crisi finanziaria, manageriale, operativa che negli ultimi dieci anni (quelli della privatizzazione) ha colpito Telecom e i suoi dipendenti e clienti.
Per banda larga non si intende la tecnologia di cui avrebbe tanto bisogno l’economia italiana, ma la serie di personaggi dell’imprenditoria da Colaninno a Tronchetti, ovvero i manager che tra debiti e operazioni commerciali poco felici hanno praticamente affossato bilanci e organici – come lo stesso Bernabè, amministratore delegato della Telecom attuale, ha affermato a più riprese.
Il libro, scritto in modo particolarmente informato da un autore coperto dallo pseudonimo “Joe Basilico”, si apre con una prefazione del “Duke of Wellington”, altro pseudonimo dell’autore di una newsletter che mette alla berlina da mesi vizi, sprechi e stipendi dei manager Telecom e si chiama così dopo il caso “Napoletone” riferito al top manager di Tim che si inventò in una riunione aziendale che Napoleone avesse vinto a Waterloo.
Recentemente Duke ha inviato ai maggiori quotidiani nazionali le buste paga (particolarmente ricche) di centinaia di dirigenti e quadri Telecom su cui tra poco si abbatterà anche un po’ la mannaia dei tagli di Bernabè. Il libro inizia raccontando come Telecom sia stata divisa (e in parte lo sia ancora) a livello di management tra “pirellini”, uomini di fiducia di Tronchetti e “Ruggiero boys”, uomini di fiducia di Riccardo Ruggiero, amministratore delegato con pieni poteri dal 2001 al 2007.
Per Ruggiero, come emblematico del suo modo di governare Telecom, il saggio ci racconta la “storia del videotelefono”, commercializzato da Telecom e ritirato perché era riuscito perfino, in un caso, a bruciare una scrivania del ‘700 di un notaio. Si raccontano vizi e sprechi di molti personaggi del vertice Telecom, oggi in larga parte usciti dall’azienda (con l’avvento di Bernabè) e citati per soprannome e non per nome per evitare guai legali.
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Esemplare è il racconto del “Progetto Milano”, 1.000 dirigenti e quadri trasferiti a Milano da Tronchetti con il seguente trattamento: 6 mesi alberghi e ristoro pagati, 36 mensilità di affitto a circa 1500 euro al mese, circa 200 milioni di euro in tutto. Appare chiaro che dopo tanti sprechi del passato, oggi il prezzo non può essere pagato solo dagli operatori del 1254 licenziati o messi in mobilità.
E nel frattempo come riferisce Gilioli qualcuno sta cercando di fa sparire le copie dal mercato delle librerie
Fa specie che Telecom non si sia sentita in dovere di replicare in qualche modo a questo libro. Probabilmente la strategia consiste nell’ignorarlo, date le piccole dimensioni dell’editore che lo ha pubblicato. O magari nel farlo sparire, visto che – mi ha detto uno degli autori – in qualche libreria nel centro di Roma è entrato un solo acquirente che si è comprato tutte le copie disponibili.
1 commento su “Telecom Italia, gli sprechi e i furbetti della banda (larga)”
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