Obama, il Google president

Maria Laura Rodotà Via Corriere.it

Il 2008 è il nuovo 1776! (l’anno della rivoluzione americana, ndr). E forse il 2009 sarà il nuovo 1777, l’anno in cui abbiamo avuto una Costituzione». Due giorni dopo l’elezione di Barack Obama, il fondatore di Craiglist, il sito di annunci più ricco del web, che si chiama Craig Newmark, parla alla Stanford University. Newmark è contento; si sente parte della rivoluzione. Ricorda il ruolo cruciale dei social sites e dei blog in questa campagna. Dice che anche Craiglist «promuoverà gli sforzi di chi vuole diffondere nuove idee per governare oggi e nel futuro». Per governare.

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Per ora, Obama ha risposto nominando un veterano di Internet nella sua transition team che valuterà i membri della prossima amministrazione: Julius Genachowski, già capo della commissione obamiana su tecnologie e innovazione. Dovrebbe dire la sua sul capo della Federal Communication Commission, sul segretario al Commercio, su altre nomine importanti. Qualcuno partirà dalla Silicon Valley, si prevede. Qualcuno era già a Chicago la notte della vittoria. Come Sam Perry, venture capitalist della valle e finanziatore elettorale, sulla cui spalla a Grant Park ha pianto Oprah Winfrey, conduttrice-diva della tv e prima sponsor cruciale di Obama. I due non si conoscevano. Ma tutti e due hanno fatto la loro parte, il Google President lo sa.