Via Prima Comunicazione
“Il giornalismo scritto è ancora il nucleo duro del giornalismo italiano. La carta, tuttora, conserva un elemento di autorevolezza e credibilità che non si può attribuire a Internet. È quello che ci è rimasto e che va conservato con molta attenzione. Forse è l’ultimo bene che ci è rimasto”, dice Anselmi.
“I giornali contano poco nell’opinione pubblica, che è molto più influenzata dalla televisione, ma contano ancora molto nell’establishment e fra gli opinion maker. Un giornale che scegliesse un taglio esclusivamente popolare, che ignorasse deliberatamente la politica e l’establishment, verrebbe respinto dal pubblico”, sostiene il direttore della Stampa.
“Però è vero che in Italia il giornalismo politico è particolarmente attardato”, continua Anselmi. “E una parte del problema è che, nel rapporto fra giornalismo e politica, ci sono elementi di vicinanza eccessiva. Ci sono giornalisti che sanno un sacco di cose che tengono per sé”.