Via LSDI
Il mezzo d’ informazione di domani si presenta sempre di meno come una redazione e sempre di più come una piattaforma logistica che raccoglie e ridistribuisce l’ informazione. Perché il quadro generale, rispetto al passato, è molto cambiato. “L’ informazione è separata dal suo mezzo, essa esiste solo in quanto è diffusa, è una materia bruta che deve essere sottoposta ad editing in funzione del suo supporto” (osserva Alain Giraudo). Un quadro che pone domande pressanti sul futuro del giornalismo e dei giornalisti, che devono fare i conti con una macchina dell’ informazione (non più monopolizzata) che vede dati di diversa natura (testo, immagine, suono, video ma anche link e metadati) provenienti da fonti multiple, entrare da un lato « come una materia bruta » ed uscirescono dall’ altro verso destinazioni diverse: siti, flussi RSS, widget, cellulari, stazioni dei trasporti pubblici, e anche radio, tv, carta…). Il centro nevralgico di una tale architettura dei media non è più la redazione, quindi, e la sua collezione di “firme”, ma la torre di controllo che supervisiona la gestione complessa di questi flussi multipli che irrigano il mezzo.