Via Visionpost
Secondo quanto dichiarato da Walsh, la società di Cupertino non retribuirebbe le ore di straordinario svolte dai suoi dipendenti. L’ex ingengere si è infatti rivolto alla Corte della Southern California chiedendo che gli sia riconosciuto un risarcimento per le ore lavorate in più oltre le 40 previste dal contratto durante i 13 anni della sua permanenza presso l’azienda (dal 1995 al 2007).
Non solo: Walsh rivendica anche un indennizzo per tutte le volte in cui ha dovuto saltare la pausa pranzo a causa del lavoro, e per quelle in cui è stato costretto a dare disponibilità 24 ore su 24, fine settimana compresi, senza per questo ricevere alcun corrispettivo.
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L’obiettivo di Walsh è di trasformare la causa in una class action che permetta a qualsiasi dipendente (compresi gli impiegati presso i negozi Apple) di unirsi a lui e richiedere un risarcimento. In caso di sconfitta di fronte al giudice, la società di Steve Jobs si ritroverebbe a dover pagare milioni di dollari di danni. Per il momento la parte in causa non ha rilasciato alcun commento.