Ogni due anni (oramai ci sono olimpiadi invernali o estive un anno sì e uno no) il bloggante vive un dubbio: che faccio per le Olimpiadi: me le seguo con passione o le lascio passare con sdegnosa distanza ?
Le Olimpiadi sono diventate un carrozzone enorme, una macchina da soldi, un paradiso per gli sponsor, uno strumento di propaganda architettato da multinazionali coordinate dal Cio che non è propriamente una organizzazione trasparente e lontana da problemi.
Le Olimpiadi sono però ancora e davvero le storie di decine di migliaia di uomini e donne che lavorano anni per arrivare a puntino all’appuntamento dei Giochi per vincere, ma molto più spesso per partecipare. Sono il loro sogno e la loro speranza: i loro Giochi.
Chi ha avuto la fortuna di vivere dal di dentro le Olimpiadi, e l’abbiamo avuto più volte, non può che ricordarle con affetto e come una festa vera di uomini, di gioie, di lacrime, di sorrisi. Ed è difficile dimenticarle.
E allora che facciamo quest’anno in cui si ta toccando il fondo ? Problemi assortiti legati al regime cinese che vuole la grandeur delle sue Olmpiadi, mentre dimentica i diritti umani e vessa in ogni modo le istanze di libertà tibetane, dei Giochi pieni di smog e privi di libertà di espressione, con troppo doping e troppo denaro sporco …
Continueremo a credere nella favola bambina dei Giochi Olimpici dei cinque cerchi, delle nazioni che si incontrano, degli uomini che si conoscono e mescolano, dei primati, delle vittorie e delle sconfitte.
Ma non ci dimenticheremo giorno dopo giorno di raccontare con ancora maggiori vigore le porcherie a contorno delle Olimpiadi di Pechino.
Nostalgia canaglia! Stamattina stavo proprio pensando all'epopea di Torino 2006, ai mesi passati dentro gli uffici del TOROC e ai fantastici colleghi (anche a quelli meno fantastici, a dir la verità, esistono ovunque).
Bei ricordi, io potrò dire che quando i 5 cerchi sono passati per la mia città, io c'ero.