Gianluca Nicoletti sulla quelle Mediaset – Google
Non è la prima volta che un editore televisivo si arrabbia quando vede che il suo costoso prodotto viene riutilizzato attraverso YouTube senza che lui ne abbia profitto o possa controllarlo. È persino divertente leggere i conteggi delle oltre 315 mila giornate televisive svanite per colpa del Web, ma è anche facile prevedere che si arriverà in tempi brevi alla grande battaglia finale tra i padroni della televisione e il pubblico, che sempre meno avverte come un furto il suo copia e incolla in Internet di tutto ciò che la tv ha appena digerito.
In questo travaso il nostro Paese sembra particolarmente attivo. Pochissimo tempo fa su blog.it si osservava che, a differenza del portale di lingua inglese che aveva al top delle viste i video sportivi e sexy, su YouTube italiano le clip più visitate erano tutti ritagli della tv generalista: «Uomini e Donne», «Mai dire martedì», «X Factor». Questo significa che YouTube è una parolina che oramai anche le nonne hanno sentito nominare in famiglia, pochi ignorano cosa sia quell’archivio immenso dove ognuno può depositare ogni frammento di vita videoripreso, sia festa, vacanza, ricordo, come pure attimi particolari belli brutti detestabili o sublimi che siano.
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Ecco quindi che lo spettacolo della televisione comincia a sgocciolare lentamente, ma inesorabilmente dentro ai computer. Si immagini un vecchio acquedotto che sia tutto una falla a cui qualcuno si attacca abusivamente per innaffiare il suo orticello. Perché lo si fa? Perché dalle comunità della rete nasce una nuova esigenza che è quella della condivisione. Quello che si condivide è più saporito, è immediato nella fruizione, semplice nella ricerca e arricchito dal brusio dei commenti. E’ facile prevedere che il fantasma digitalizzato dei programmi tv troverà comunque il modo di sgusciare dalle fessure degli archivi ufficiali e apparire inaspettato ovunque ci sia qualcuno capace di evocarlo.
1 commento su “L’ultima ribellione della tv alle corde”
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