via FNSI
Precari assieme a milioni di altri lavoratori italiani, anche i precari dell’informazione subirebbero il colpo più duro se rimanesse nel testo della manovra economica l’emendamento votato dalla Camera, che cancella la norma in base alla quale oggi un giudice può disporre l’assunzione a tempo indeterminato del lavoratore assunto più volte a termine magari dopo anni di precariato e lavoro nero per svolgere compiti tipici di una prestazione stabile.
Numerosissimi colleghe e colleghi, taluni già costretti al contenzioso giudiziario, vedrebbero annullate le loro speranze di una sistemazione finalmente stabile. Una norma del genere avrebbe il devastante effetto di incoraggiare ulteriormente certi editori a percorrere la strada della precarizzazione estrema della professione: una strada nella quale c’è non solo lo sfruttamento economico, ma anche l’indebolimento della qualità professionale, perché non può esserci autonomia dove i giornalisti siano costretti al ricatto di un’informazione compiacente pur di vedere rinnovato il proprio contratto. Una società moderna, efficiente e competitiva richiede al lavoro una disponibilità alla flessibilità. Ma il legislatore, qualora confermasse la norma inserita nel maxi-emendamento, non aggiungerebbe flessibilità bensì precarietà e flessibilità rendendo difficile o inutile la concertazione e la negoziazione per la reale modernizzazione di cui anche il mercato del lavoro ha bisogno.