Via LSDI
Un risultato della crisi che stanno affrontando i giornali è che il nuero dei corrispondenti dall’ estero è crollato. Al New York Times ci sono ancora tutti gli uffici di corrispondenza – anche perché “la nostra strategia, spiega Nicholas D. Kristof sul suo blog, è quella di conquistare i lettori che seguono le notizie e le analisi di carattere internazionale” – ma la maggior parte dei giornali e dei network televisivi li hanno fortemente ridotti. Solo quattro quotidiani Usa hanno ancora un desk esteri. E per un network televisivo è veramente costoso mantenere un corrispondente a Londra o a Tokio, ed è molto più facile mandare in onda due persone che si azzuffano fra di loro in uno studio.
D’ altra parte – rileva Kristof – lettori che vogliono una informazione globale la possono trovare ora sul web, molto più facilmente di prima. E ci sono stati vari tentativi interessanti di citizen journalism e di blogging ad alto livello nel mondo.
Una nuova iniziativa è Demotix, che offre ad aspiranti giornalisti la possibilità di sottoporre i loro articoli e fotografie alle testate giornalistiche che volessero pubblicarli. Non so dire se questo sia un orrore, visto che rappresenta una ulteriore erosione del business model dei giornali, oppure – conclude il giornalista – se applaudire a questa nuova strada per realizzare la ‘copertura’ dell’ informazione internazionale. La più recente, credo. Vedremo.