La nascita di un sindacato alternativo non ci coglie di sorpresa. La condizione del giornalismo italiano è arrivata a un tale punto di criticità che il rischio di ‘salti nel buio’ è sempre più elevato, come è dimostrato dalla recente nascita del FASI.
Invitiamo pertanto la FNSI a riconsiderare in chiave Fortemente critica le linee della propria azione sindacale che finora non ha prodotto risultati di rilievo per il miglioramento della categoria, compreso il mancato rinnovo del contratto di lavoro.
L’ostruzionismo di molti dirigenti nazionali e regionali verso le istanze di democratizzazione del sindacato (compresa la richiesta di referendum sulla bozza di contratto, bocciata pretestuosamente ad un congresso straordinario della FNSI) è ormai evidente.
Quella che doveva essere la casa di vetro dei giornalisti mostra ancora pesanti tendaggi che ne rendono opaco il contenuto.
Occorre una svolta radicale che si ponga come primo obbiettivo la democratizzazione del sindacato stesso. La FNSI deve uscire dalla sua autoreferenzialità che le impedisce di valutare con occhio realistico le mille realtà del mercato giornalistico e quindi tutelare i suoi iscritti, dai contrattualizzati ai freelance ai disoccupati.
La nascita del FASI faccia riflettere i nostri sindacalisti: o democratizzazione o scomparsa.