Nei giornali di gossip di un tempo trovavano spazio rubriche del tipo “strano ma vero” che raccoglivano notizie vere ma che parevano totalmente improbabili. Oggi è saltata fuori questa notizia:
È stato recuperato in casa dell’ex sindaco di Nuoro Martino Corda, 69 anni, dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Sassari, un dipinto di pregio di proprietà del comune di Nuoro trafugato lo scorso settembre dal municipio. Le indagini, condotte in collaborazione con i militari del comando provinciale di Nuoro, hanno consentito di ritrovare, l’8 giugno scorso, nell’abitazione dell’ex primo cittadino e della moglie Simonetta Murru (a sua volta ex sindaco del capoluogo barbaricino) il «Paesaggio campestre con pastore e gregge» di Sebastiano Satta, considerato di notevole interesse storico-culturale.
Una storia surreale del quadro dato per rubato che era stato ritrovato direttamente a casa dell’ex primo cittadino. A farsi un giro in rete si è scoperto un approfondimento della notizia …
Falsificavano i tagliandi della revisione degli autoveicoli guadagnando decine di migliaia di euro. I carabinieri di Siniscola e quelli del comando provinciale di Nuoro, dopo una lunga e articolata indagine hanno arrestato otto persone, sulla base di un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari del giudice delle indagini preliminari di Nuoro. Tra queste Martino Corda, ex sindaco di Nuoro nella seconda metà degli anni ’80 e il figlio Ninni allenatore calcistico di una squadra della penisola (allenava il Como n.d.b.). Gli otto sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falso ideologico, abuso d’ufficio e peculato. Secondo i militari i personaggi erano attivi da circa due anni nel falsificare i tagliandi della revisione nella sede dell’officina “First car test” di Nuoro e Dorgali. Nell’inchiesta sono coinvolti anche tre agenti della polizia stradale, due in pensione, uno ancora in servizio.
Veramente un quadro edificante di una famiglia praticamente modello
Ma sei per caso uno dei nuovi giacobini di questa repubblica, di cui il caro Di Pietro è l’eponimo, pronti a condannare le persone già in fase di indagini preliminari?
Che sai con certezza di questa vicenda? Per tua conoscenza di quel quadro di Satta ci sono tre riproduzioni in giro ed anche la vicenda delle revisioni è del tutto incerta ed ancora in fase di indagine preliminare.
Cerca di pensare prima di scrivere….
Ringrazio per l’invito al pensiero prima di scrivere, ma non penso di potermi definire giacobino.
Mi sono permesso di riportare notizie pubblicate da agenzie e fonti giornalistiche sulle due vicende la cui correlazione mi pareva decisamente curiosa … non per niente il titolo del post è volutamente ironico.
Egtregio Pasteris,
le fonti dovresti cercarle con maggiore accuratezza prima di gettare ulteriormente fango sulla mia famiglia che non conosci e che non ti ha fatto un accidente di niente. Ad esempio, questa stupidissima frase “Veramente un quadro edificante di una famiglia praticamente modello” te la dovevi risparmiare.
Se vuoi maggiori informazione su mio padre Martino, UN GALANTUOMO CHE NON HA MAI FATTO MALE A NESSUNO, MA SEMMAI DEL BENE A TANTA, FORSE TROPPA GENTE vatti ad esempio a leggere questo post
http://www.rassegnanuoro.it/rassegna_leggi.asp?ID=35583
Quanto alla questione del quadro, perchè invece non dici QUANTO È RIDICOLO, IN PIENO 2008, RICONOSCERLO SULLA BASE DI UNA FOTOGRAFIA. Il quadro venne regalato alla mia famiglia nel 1984, mentre quello originale risale ai primi del ‘900, basterebbero delle semplici analisi in laboratorio per chiarire, ed invece no, si identifica sulla base di una fotografia, come fossimo ancora in medioevo, tanto l’importante è mettere alla gogna la gente, soprattutto quando da fastidio in quanto originariamente poverissima si è fatta da se… Senza tener conto del fatto che, in questi 24 anni, decine e forse centinaia di persone han visto quel quadro appeso alla parete di casa mia.
Attento pertanto a ciò che scriverai in futuro su questo blog, ti ricordo che la diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall’art. 595 del Codice Penale secondo cui:
“Chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Ringrazio Giovanni Scarteddu per l’appassionata difesa
Caro Corda
Non pensavo che il mio blog venisse letto in Sardegna e soprattutto per fatti di cronaca. Prendo con piacere atto delle sue precisazioni e mi fa piacere notare che la situazione pare essere più chiara, d’altra parte come si dice in questi casi ci rimettiamo tutti al percorso che potrà avere la giustizia su caso.
Personalmente mi scuso se ritiene che sia stato eccessivo nel mio modesto giudizio della situazione che ho appreso attraverso agenzie che solitamente si manifestano attendibili.
Concludo però non condividendo il tono minaccioso del suo commento in cui mi ricorda la legge sulla diffamazione …
saluti