Federico Reviglio su Lastampa.it
E’ così nato il «Comitato per la biblioteca digitale dell’informazione giornalistica», presieduto da Maria Leddi, di cui fanno parte, insieme a La Stampa, la Fondazione Crt, la Compagnia di San Paolo e la Regione Piemonte, che finanziano il progetto. Il Comitato ha incaricato del lavoro un gruppo di aziende specializzate nella gestione elettronica di grandi archivi: Sti, Bassilichi, Microshop e Bassnet.
L’attività è iniziata da un anno, e si concluderà nell’autunno del 2009. I tecnici trattano con gli scanner l’intera collezione del giornale, pagina per pagina, ottenendone anzitutto una immagine elettronica. Poi, fanno scorrere su queste immagini un software di riconoscimento dei caratteri, che ricostruisce uno per uno tutti i testi degli articoli, consentendo di potervi effettuare ricerche anche molto complesse. Infine, allestiscono un sito Internet – che al termine del lavoro sarà ospitato sui grandi computer del Csi della Regione Piemonte – in cui da tutto il mondo chiunque potrà interrogare l’archivio, ottenendo oltre agli articoli anche l’immagine delle pagine originali.
Utilizzare il sito sarà un po’ come andare in edicola, e poter sfogliare contemporaneamente, come se fossero appena usciti, i giornali in cui si annunciavano l’affondamento del Titanic, la trasvolata atlantica di Lindbergh, l’esito del referendum italiano su monarchia o repubblica, la vittoria di Coppi al Tour de France o lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Oltre che un tesoro per gli studiosi, sarà una meravigliosa avventura senza confini.
L’archivio storico on line della Stampa è il primo progetto di questo tipo che viene realizzato in Italia, e uno dei pochissimi al mondo. Con questo livello di complessità e ricchezza del materiale, e delle ricerche possibili, l’unico paragone è con il Times di Londra – che ha pubblicato un archivio simile, utilizzabile però solo a pagamento. L’archivio de La Stampa, grazie alla disponibilità del giornale e all’impegno del Comitato e dei suoi promotori, sarà invece completamente gratuito, mettendo l’accento sulla sua natura di bene culturale, vissuto come patrimonio di tutti.
E’ veramente una bella iniziativa.
Saluti.